Blitz del Guardasigilli Alfonso Bonafede ieri pomeriggio in Commissione giustizia a Montecitorio. Poco prima che scadessero i termini per presentare gli emendamenti al ddl “spazzacorrotti”, il ministro della Giustizia ha fatto presentare alla relatrice del provvedimento, la grillina Francesca Businarolo, la sua proposta di sospensione dei termini di prescrizione dei reati.

Come aveva annunciato il gior- no prima in diretta Fb, «il termine della prescrizione rimane sospeso dalla pronuncia della sentenza di primo grado o dal decreto di condanna fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o delle irrevocabilità del decreto di condanna». Un emendamento che, se dovesse essere mai approvato, cambierebbe per sempre il processo penale in Italia. Quella che viene chiamata sospensione è di fatto un “blocco” fino a che la sentenza, di condanna o di assoluzione, non sia divenuta irrevocabile. Queste alcune delle conseguenze. La prima è che l’eventuale condanna definitiva potrebbe essere scontata a moltissimi anni di distanza dalla commissione del reato. Le Corti d’Appello e la Cassazione, poi, non avranno più alcuna necessità di “correre” per definire il procedimento essendo i termini di prescrizioni blindati. Il cittadino innocente, infine, dovrà attendere un tempo indefinito per vedersi riconosciuto tale. Al momento non è dato sapere se il testo sia stato concordato e condiviso da tutte le componenti della maggioranza. Matteo Salvini è di ritorno dal Qatar dove su invito dell’emiro al- Thani ha partecipato in questi giorni alla fiera internazionale degli armamenti di Doha.

Al deposito dell’emendamento le opposizioni sono salite subito sulle barricate. Forza Italia ha minacciato di porre in essere una «sommossa costituzionale», il Pd si è detto sconcertato e preoccupato per la durata dei processi. L’intenzione del ministro, afferma Francesco Paolo Sisto di FI, è «terrificante». «Siamo di fronte alla fine delle garanzie processuali e chiediamo con forza che il vaglio di ammissibilità dell’emendamento sia rigoroso. Basta a questo modo di fare politica mortificando i diritti dei cittadini: autoritarismo e arroganza sono parenti stretti della tirannia», aggiunge. Alfredo Bazoli, capogruppo del Pd in Commissione Giustizia, spiega che la modifica, se approvata, «sconvolgerebbe il sistema delle garanzie, con l’effetto di allungare senza fine i procedimenti, lasciando i cittadini in balia di processi eterni».

La proposta, insiste l’esponente dem, «sconcerta perche il blitz, che avviene quando in Commissione si è già esaurita l’istruttoria sulla legge anticorruzione, impedisce ogni approfondimento e discussione su

ALFONSO BONAFEDE ROBERTO MONALDO IN BASSO FRANCO VAZIO, VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA NELLA PAGINA A SINISTRA DELL’FRANCESCO MINISCI, ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI FABIO CIMAGLIA

un tema tanto delicato. Un oltraggio alle prerogative del Parlamento» che dimostra, sostiene, «una mancanza di sensibilità e di rispetto istituzionale preoccupante e inaccettabile» da parte del Guardasigilli.

«Con la strada subdola di un emendamento, il M5S intende introdurre una modifica epocale nelsistema penale: eliminare di fatto la prescrizione, concedendo allo Stato un tempo illimitato per processare un cittadino fa eco Franco Vazio, vicepresidente della Commissione giustizia della Camera. Enrico Costa, deputato di Forza Italia chiede alla Lega di fermare Bonafede «o - avverte - sarà complice dell’omicidio del processo penale», mentre il compagno di partito Luca Squeri afferma che con la sospensione dei termini della prescrizione «il procedimento giudiziario non è più un percorso per cercare la verità, ma uno strumento persecutorio che si avvale di tempi infiniti».

Giusi Bartolozzi, segretaria forzista della Commissione giustizia della Camera, sottolinea come «vi sarà non il rischio ma la certezza di rimanere condannati a vita dopo la sentenza di primo grado. I rimedi per rendere i processi ragionevolmente brevi, secondo quanto stabilito dalla Costituzione, sono e devono essere diversi: le indagini devono essere limitate nel tempo ed il pm deve rispondere del suo operato».

Sferzante il dem Stefano Ceccanti: «Esiste un articolo della Costituzione, il 111, che garantisce la ragionevole durata dei processi. Capisco che è stato introdotto nel 1999 per cui forse Bonafede può non avere consultato una copia aggiornata. Qualcuno gliela fornisca e quindi soprassieda da una riforma improvvisa della prescrizione che in modo palesemente irragionevole va contro quel preciso vincolo. Il Governo eviti di proporre con emendamenti improvvisi norme incostituzionali da Stato di polizia».

Lo Stato di polizia sul modello sudamericano ritorna anche nel commento di Pierantonio Zanettin ( FI) che chiama poi a raccolta «i garantisti che siedono in Parlamento. Devono alzare la voce contro questa “testuggine romana”, manettara e giustizialista, che non è degna del Paese che ha dato i natali a Cesare Beccaria». Critiche aspre, infine, dall’Unione delle Camere penali che preannuncia di «adottare tutte le necessarie iniziative, anche le più dure e determinate, per impedire che una riforma di questa portata possa essere anche solo avviata con simili, inaudite modalità, estranee alle più elementari regole di una civile sintassi politica e parlamentare, attesa la sua evidente incongruità e non pertinenza con il testo normativo di riferimento in discussione».