Il mondo delle Ong, le organizzazioni non governative, è in crisi. Una frattura di reputazione e credibilità si è creata tra quelli che vengono definiti umanitari e coloro che costituiscono la platea di sostenitori. E cambiato il clima in pochissimo tempo. Solo due anni fa gli operatori delle Ong venivano definiti eroi, i progetti di sostegno e sviluppo nelle aree del mondo dove la povertà recita una parte fondamentale, erano guardati con ammirazione e indicati come esempio. Poi è arrivato il tempo della condanna, del sospetto e delle accuse di complicità in commerci inenarrabili come quello dei migranti. Lestate scorsa da angeli del mare si è passati alla definizione di taxi del mare. Alcune procure siciliane hanno aperto fascicoli e sequestrato imbarcazioni. Sono stati redatti codici di comportamento da parte del Ministero dellInterno. E una situazione che riguarda molti paesi ma è in Italia che sta toccando il suo apice. Poco tempo fa è stata pubblicata la 18esima edizione dellEdelman Trust Barometer, uno studio fondamentale sul tema della fiducia nel mondo nei riguardi di istituzioni e media. Per quanto riguarda le Ong si assiste ad un calo generalizzato di consenso (in 14 paesi su 28 presi in esame), in testa alla classifica di quella che viene definita in inglese come distrust, cè proprio lItalia. In un solo anno (tra il 2017 e il 2018) le Ong hanno perso 13 punti percentuali di fiducia, scendendo al 46%. Le conseguenze sono sicuramente drammatiche, non soltanto a livello mediatico ma soprattutto economico. E difficile quantificare il calo delle entrate ma si stima che la rarefazione delle donazioni oscillerebbe tra il 5% e il 10%. Altre fonti parlano addirittura di un 20% cioè circa 10milioni di euro. Open-cooperazione, un cartello di 100 Ong italiane, ha messo in evidenza, attraverso lelaborazione delle sue statistiche, che il bilancio complessivo delle organizzazioni umanitarie in Italia nel 2016 si aggirava intorno i 661 milioni di euro. 65% erano fondi istituzionali mentre il 35% privati. Le ong si finanziano essenzialmente attraverso la fidelizzazione e liscrizione con relativa tessera di appartenenza, le donazioni spontanee, i finanziamenti mirati a singoli progetti e il 5 per mille della dichiarazione dei redditi erogato a due anni. Sempre nel 2016 sono stati calcolati più di mezzo milione di sostenitori (541.332). Si tratta di persone che ora però hanno cominciato a dubitare e a perdere fiducia nella trasparenza di queste organizzazioni non governative. La crisi non colpisce solo le strutture più piccole ma anche quelle più conosciute e rispettate internazionalmente. Medici senza frontiere non ha nascosto che le donazioni sono scese di circa 4milioni di euro in soli sei mesi. Save the Children lamenta non solo una perdita di denaro, abbastanza contenuta, ma la mancanza di almeno un 4% di nuovi sottoscrittori. Per la Ong maltese Moas allappello manca almeno la metà dei suoi sostenitori. Eppure alla fine molte delle accuse sono cadute, ora di salvataggi in mare non si parla quasi più anche se si continua a partire e a morire. Così come non si parla del fatto che le Ong impegnate nel mediterraneo sono ormai poche. La crisi economica e i contrasti con le politiche europee in fatto di immigrazione, hanno costretto in porto molte navi umanitarie.