«Riconquistare Aleppo sarà una grande vittoria, ma non porrà fine alla guerra» ha detto ieri il presidente siriano Bachar al Assad, forte dei successi militari che il suo esercito sta riscuotendo ad Aleppo, aiutato dagli Hezbollah libanesi, dalle milizie sciite irachene e iraniane, e soprattutto dai bombardamenti dell’aviazione russa. Mercoledì i soldati governativi hanno conquistato la città vecchia e anche ieri hanno proseguito la marcia nel cuore della parte orientale della città, in mano ai ribelli dal luglio 2012. «Il regime sta avanzando continuamente. È difficile avere un quadro definito della situazione, se non del disperato bisogno di aiuto che hanno le persone rimaste sotto assedio» ci dice su Facebook Fadi Azmir ( il cognome è di fantasia, Ndr), giornalista e attivista dell’Aleppo Media Center, l’organo di informazione indipendente che dal marzo 2011 pubblica notizie e immagini dalla seconda città siriana in guerra. L’intervista con Fadi si interrompe di continuo, per giorni, e ogni volta che compare la spunta della lettura del messaggio porta con sé un po’ di sollievo: «Perdonami, è che la situazione non è stabile qua» si scusa Fadi, per colpe non sue.

Fadi, dove ti trovi adesso?

Sono nella parte occidentale di Aleppo Est, appena fuori la zona sotto assedio e appena prima del fronte dell’esercito siriano.

È una zona sicura?

Paragonandola con le altre di Aleppo Est, sì. Direi di sì.

Com’è la situazione? In Occidente arrivano notizie di pesanti bombardamenti e di un’avanzata decisa dei soldati di Assad...

Sì, il regime sta avanzando. Non si capisce bene ancora la situazione, perché le cose cambiano in continuazione.

Quanti sono i quartieri ancora sotto assedio?

Fra i dieci e i quindici, ma il quadro cambia veramente ogni ora. Mentre stiamo parlando sto postando video e notizie che ci arrivano dalle zone di al Kaalasa, al Maadi, al Atareb, Bostan al Qaser e Bab al Neirab sotto pesanti bombardamenti.

Solo oggi sono già morte 18 persone. ( Secondo i report russi e siriani, Assad e i suoi alleati controllerebbero già i tre quarti dell’area finora sotto il controllo dei ribelli, Ndr).

Quanti civili sono ancora intrappolati ad Aleppo Est?

Non lo sappiamo, non riusciamo ad avere cifre precise.

È stato possibile far arrivare loro aiuti umanitari, come ha promesso il ministro degli esteri russo Lavrov?

All’interno dell’area assediata non è arrivato niente.

Di cosa c’è bisogno?

Là dentro manca tutto: cibo, acqua. Ma quello di cui le persone sotto assedio hanno più urgenza sono le cure mediche per i feriti e di un rifugio per potersi riparare dai bombardamenti. Gli aerei del governo hanno usato barili bomba anche oggi ( ieri, Ndr) e quelli non lasciano in piedi niente.

È vero che non ci sono più ospedali funzionanti ad Aleppo Est? I bombardamenti colpiscono anche i palazzi civili?

Gli ospedali sono colpiti ripetutamente, questo è certo. Non possiamo sapere se questo succeda perché è un piano deliberato dell’esercito o se si tratta di errori. Ma gli ospedali sono colpiti di continuo. E lo stesso succede ai posti dove i civili vanno a cercare riparo.

Esiste un corridoio per consentire agli assediati di lasciare la città, come dicono russi e siriani?

No, non c’è niente di tutto questo. ( Oltre 30mila dei 250mila assediati hanno lasciato Aleppo Est dopo l’arrivo dei soldati di Damasco e si sono rifugiati nei quartieri confinanti, Ndr).

Avete una stima di quanti combattenti ribelli siano ancora ad Aleppo Est?

No, non riusciamo ad avere queste informazioni.

Un’ultima cosa: l’inviato speciale Onu De Mistura ha detto che la diplomazia sta studiando un piano per porre fine all’assedio di Aleppo, che i russi potrebbero accettare se i miliziani della Jabat al Nusra lasciassero la città. È possibile, secondo voi?

Non so se è possibile, ma è un’impostazione già superata dai fatti. Adesso i russi vogliono sgomberare Aleppo Est da tutte le forze ostili ad Assad.

Ad inizio settimana Cina e Russia hanno posto l’ennesimo veto a una risoluzione del Consiglio dell’Onu che avrebbe istituito una tregua di sette giorni ad Aleppo. A metà novembre Damasco aveva annunciato l’offensiva per riprendere la città che, dopo alcune tregue di pochi giorni, ha raggiunto il suo apice la settimana scorsa. Adesso che la linea del fronte è stata spezzata, il vice ministro degli esteri russo Sergei Ryabkov ha annunciato che un’intesa fra Russia e Usa è « assai vicina » , anche se non vuole creare « troppe aspettative » .

ANDREA MILLUZZI