Trafelato tra aeroporti e campagna per il No, con magari ancora in auto qualche stampella appendiabito come usava agli esordi, quando aveva come una casa viaggiante, con secchi di colla e manifesti, Matteo Salvini è uno dei rari leader, con un bel pacchetto di voti, che risponde ancora direttamente al telefono. Un po' ci scherza con Il Dubbio: «Sì, sono rimasto il Matteo di una volta, con pregi e difetti». Non ci sta a esser definito, lui e il suo popolo, «quella roba lì di Firenze», come ha fatto Stefano Parisi. Con il quale, comunque, dice che il rapporto non è irrecuperabile: «Basta che si occupi del No, di immigrati e moschee e non offenda più». Quanto a Silvio Berlusconi, non esclude di ripoter esser con lui «in qualche appuntamento» prima del referendum.Onorevole Salvini, leader della Lega, lei è stato il solo dei big politici che ha scommesso apertamente su Trump. E lo ha conosciuto, mentre tutti la sfottevano. Che tipo è il presidente eletto degli Usa?Sono stato con lui a due ore da Philadelphia, in un palazzetto dello sport alle 5 del pomeriggio nelle campagne della Pennsylvania. Era pieno, con 20.000 persone. Uscivano dall'ufficio, dalla scuola, dal ranch, con gli stivali, i bambini e lo zainetto. E ci dicemmo: qui si sta muovendo qualcosa di grosso, perché questa è gente che prima non votava e se ne fregava. Quindi, la sua vittoria è stata questa: riuscire a mobilitare i delusi, i demotivati e gli astenuti.Angelino Alfano ironizza: non c'è la Salvini tower. Flavio Tosi dice che lei non è Trump anche perché non è nuovo.Ma sono dei poveretti. Soprattutto se ricoprono ruoli di governo. Cambia il mondo, cambia la storia degli Stati Uniti, dell'Europa, della Nato e questi ironizzano su Salvini! Ma vale anche per Renzi il quale ha detto: però non ha vinto Salvini.Ma intanto Renzi non si è un po' trumpizzato esibendo solo bandiere italiane?Non solo, è riuscito anche a dire che la vittoria di Trump è una vittoria del Sì! Quella di Trump è una vittoria su tasse, immigrazione, dazi, lavoro, quindi l'esatto contrario delle politiche di Renzi e dell'Europa.Però ora c'è chi dice che lei abbia fatto un eccessivo automatismo tra America e Italia. E intanto Maurizio Belpietro, direttore della Verità, uno che tiene molto in considerazione la Lega, ammonisce che il centrodestra sta facendo di tutto per perdere. Che è successo?Ma c'è gente che anche in questa campagna referendaria ha tempo da perdere, si occupa di leadership, primarie, moderatismo. Noi invece stiamo facendo una campagna pancia a terra per il No. Io domani (oggi ndr) sono a Torino, giovedì sono a Mosca, sabato a Roma, domenica a Milano. Non mi fermo un attimo. E c'è gente invece che ha tempo di discutere del sesso degli angeli.Berlusconi intanto pur avendo criticato anche lei, ricordandole che chi rompe la coalizione si condanna all'irrilevanza, ha criticato per la prima volta anche Stefano Parisi, con parole suonate più dure di quelle usate per lei: non può avere un ruolo nel centrodestra visti i contrasti con Salvini. Le ha fatto piacere?Ma intanto Parisi per me è un non problema, è un fantasma, quindi non ci dedico attenzione. A Berlusconi dico che di mediazioni, tentennamenti, cambi di idee in passato il centrodestra è morto. Quindi, se c'è una lezione che arriva dagli Stati Uniti è che le idee chiare e il coraggio vengono premiati.Pensa che valga anche per la destra quello che D'Alema ha detto per la sinistra a Il Corriere della sera e cioè che non si vince più al centro?Non è più il tempo dei re tentenna, delle mediazioni lettiane, o alfaniane e verdiniane.Ma perché ce l'ha tanto con Parisi il quale proprio a Il Dubbio disse che lei avrebbe bloccato con una telefonata un finanziamento, vinto con una gara, a "Chili" la sua azienda?Ma si figuri se io mi occupo di finanziamenti! So solo che abbiamo fatto una campagna elettorale pancia a terra per liberare Milano alla quale lui non ha creduto e da perdente di Milano ora pensa di trasformarsi in un vincente nazionale. Facesse campagna per il No, lasciando perdere Salvini. Io non lo avevo neanche citato, ma guardi che sabato a Firenze c'erano - chi dice 30.000, chi 50.000, non sono un esperto di numeri - tante persone a sostenere un progetto e tu non puoi dire: "Quella roba lì di Firenze"! Ma taci, taci.Ha rischiato di fare un po' la Clinton che definì miserabili gli elettori di Trump?Eh? è stato come dire: che schifo questo popolo, no alle primarie, no ai cittadini, decidiamo noi élite. Ma mi sembra che le élite che decidono a tavolino non facciano una bella fine ultimamente.Però Parisi è per il No e sugli immigrati e sulle moschee, seppur in modo diverso dal suo, non dice un po' le stesse cose?Bene, ecco, si occupi di questo.Quindi, non è irrecuperabile il suo rapporto con Parisi?No, no, basta che si occupi di questo e non insulti il prossimo. Il mio problema è bloccare Renzi, la deriva di Renzi.Per lei è più pericoloso Renzi o Grillo?Renzi, perché lo stiamo provando sulla nostra pelle in questi anni.Se vince il No, Berlusconi ha proposto il proporzionale. Lei non teme di essere oscurato da Grillo che sarà il nocciolo duro dell'opposizione? E soprattutto lei si siederà al tavolo per riscrivere la legge?Questo sì. Ma basta che non sia un modo per perdere tempo e io ribadisco: gli italiani debbono votare subito con qualunque legge elettorale.Berlusconi è ancora il leader del centrodestra?E' il leader di Forza Italia, ha fatto tanto, farà ancora tanto. Però i leader futuri li decidono i cittadini, dal mio punto di vista.Quindi, torna a rivendicare la sua leadership?Io non rivendico, io mi sono messo a disposizione. Chiediamolo agli italiani, chiediamo loro quale programma e quale squadra preferiscono.Lei ha preferito cambiare la parola centrodestra con sovranismo. E il politologo Becchi dice che la contrapposizione non è più tra destra e sinistra, ma tra sovranismo e globalismo. Scusi, ma non si rischia di essere un po' troppo sofisticati con questi termini?Sono pienamente d'accordo con Becchi, il sovranismo significa riprendere il controllo della moneta, dei confini, delle banche, del lavoro, del mare, delle stalle: decidere. L'esatto contrario di questa riforma costituzionale.Che succede nelle giunte di Padova e Venezia?Ne riparleremo quando rientra Luca Zaia in missione in Sudamerica. A Padova sicuramente correremo con Bitonci, senza chi ha tradito per rivincere. A Venezia mi sembra che c'è un sindaco che più che occuparsi della città si occupa di temi mondiali e planetari e sogna il grande accordo Renzi-Berlusconi. Non è l'idea che ho io.Però Berlusconi è in campo per il No, lei perché lo sospetta sempre di inciucio?No, no, il problema è qualche consigliere, qualche persona che lo mal consiglia, non lui.Lei aveva detto che con Berlusconi avrebbe riparlato solo dopo il 4 dicembre. Ora lo rivedrà invece prima del referendum o magari vi siete già sentiti?No, magari ci vedremo in qualche appuntamento elettorale o a urne chiuse con il No che ha vinto. Paola Sacchi