Rispetto della sentenza Torreggiani, più investimenti per l'esecuzione penale esterna, attuazione del "regime aperto" all'interno di tutte le carceri italiane. Sono alcuni dei punti del piano di performance relativo al triennio 2016-2018, approvato a fine luglio dal ministero della Giustizia. Le amministrazioni pubbliche devono adottare, in base a quanto disposto dal Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, metodi e strumenti idonei a misurare, valutare e premiare la performance individuale e quella organizzativa, secondo criteri strettamente connessi al soddisfacimento dell'interesse del destinatario dei servizi e degli interventi. Il Piano della Performance è il documento programmatico triennale che individua gli indirizzi e gli obiettivi strategici ed operativi e definisce, con riferimento agli obiettivi finali ed intermedi ed alle risorse, gli indicatori per la misurazione e la valutazione della prestazioni dell'Amministrazione, dei titolari di posizioni organizzative e dei dipendenti.Competenze istituzionali del DapPer il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il piano rappresenta l'organizzazione e la mappa degli obiettivi del dipartimento cercando di mantenere una continuità con il Piano del 2015. In esso vengono delineate una serie di azioni volte a mantenere e riavvicinare l'esecuzione penale alla previsione della Costituzione e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è deputato all'attuazione della politica dell'ordine e della sicurezza negli istituti e servizi penitenziari e del trattamento dei detenuti e degli internati, nonché dei condannati e internati ammessi a fruire delle misure alternative alla detenzione; cura il coordinamento tecnico operativo, la direzione ed amministrazione del personale e dei collaboratori esterni dell'amministrazione. In conseguenza dell'emanazione del nuovo regolamento di organizzazione del ministero della Giustizia, è stata ridefinita anche la composizione interna strutturale e funzionale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che, attualmente, è costituito da una sede amministrativa centrale, a Roma, e dai Provveditorati regionali, le Scuole di formazione e gli Istituti penitenziari, che compongono le strutture periferiche. La novità più rilevante della riorganizzazione dell'amministrazione penitenziaria riguarda l'assorbimento dell'esecuzione penale esterna nel nuovo Dipartimento della giustizia minorile e di comunità, al fine di consolidare l'integrazione dei sistemi metodologici dell'esecuzione penale degli adulti con quella dei minori. L'intento è quello di creare una nuova linea strategica per rinforzare gli interventi di trattamento del ristretto e consolidare le interlocuzioni tra l'area detentiva e la comunità sociale, nonché di assicurare l'omogeneità degli interventi di esecuzione penale, sebbene attraverso una diversificazione degli strumenti da adottare, al fine di razionalizzare le risorse e ridurre la spesa di gestione, finalità che rappresenta il fulcro della riforma ministeriale in atto.Spesa minima per il settore detentivoAlla data del 1 gennaio 2016 disponeva di 43.564 unità di personale in forza, a fronte di una presenza detentiva pari a 52.164 unità. Il personale è distribuito nei diversi comparti ed è diviso in due settori, quelli dirigenziali che sono 371 unità e il personale normale che è composto da 43.184 unità. Le risorse assegnate all'intero dipartimento ammontano a 2.732.887.854 euro. Il piano di performance ridefinisce i numeri e stima una spesa leggermente inferiore. Tra dirigenti, personale comparto sicurezza e quello del comparto ministeri la spesa ammonta a un 1.903.600.000 di euro. Poi ci sono le spese a favore dei detenuti. Il "settore detentivo" raccoglie costi diretti (destinati al mantenimento, alla cura, allo studio, alle attività lavorative e quant'altro attinente alla popolazione detenuta) e costi indiretti (provenienti dalla ripartizione delle spese relative ai servizi ed alle utenze come la mensa, i canoni, le manutenzioni, ecc.): il totale ammonta ad una spesa di 388.318.596 euro. Quindi il piano conferma che della spesa totale annuale per l'intera macchina penitenziaria, che raggiunge quasi tre miliardi, solo una piccola percentuale riguarda i detenuti.Gli obiettivi strategiciIl testo esordisce dicendo che il 2016 è innanzitutto permeato da quegli effetti evolutivi sul rispetto della dignità umana in condizioni di restrizione che hanno seguito la nota sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani Torreggiani dell'8 gennaio 2013. Inoltre l'attività del Dipartimento dovrà ispirarsi agli esiti degli Stati generali dell'esecuzione penale 2015, un ampio processo di consultazione pubblico che ha coinvolto nel dibattito penitenziario giuristi, intellettuali, accademici e i maggiori rappresentanti del terzo settore e dunque la cittadinanza attiva. Infine il 2016 - promette sempre il testo approvato - è l'anno in cui sarà pienamente realizzata l'emancipazione operativa dell'esecuzione penale esterna entro il nuovo Dipartimento della giustizia minorile e di comunità. Con riferimento alla tematica della detenzione e del trattamento proseguirà l'attività di monitoraggio del Dipartimento relativa alla realizzazione presso gli Istituti del "regime aperto" e sulle modalità di realizzazione della "sorveglianza dinamica" sul territorio nazionale secondo le linee guida della circolare del 2013. Il monitoraggio di tali attività non avrà solo uno scopo di verifica, ma consentirà di esaminare le caratteristiche dei sistemi attuati anche al fine di individuare "buone prassi" operative che possano essere condivise e successivamente diffuse come modus operandi a livello nazionale. Il Dipartimento si impegnerà ad incrementare le sinergie con il mondo esterno imprenditoriale e cooperativistico, con il ministero del Lavoro e con il ministero dello Sviluppo economico, con l'Agenzia delle Entrate, con il ministero delle Politiche Agricole; a supportare i provveditorati regionali e le direzioni di istituto nello scambio di conoscenze e di esperienze per elaborare proposte innovative; a porre particolare attenzione all'offerta formativa e lavorativa della popolazione detenuta femminile.Esecuzione penale esterna e risarcimentoCon riguardo ai rimedi risarcitori di cui alla sentenza Torreggiani, il Dap proseguirà l'attività del contenzioso davanti alla magistratura, ma anche l'avvio alla liquidazione delle somme di denaro dovute dall'Amministrazione penitenziaria a seguito di condanna. Relativamente al personale e alla formazione, coerentemente con lo scenario in atto, l'attività formativa seguiterà ad essere ispirata al tema della "detenzione dignitosa, soggettivamente utile e sicura", declinato prioritariamente nell'ambito dei corsi di formazione iniziali o d'accesso e, compatibilmente con le risorse, nei corsi di aggiornamento del personale. Proseguirà la formazione sulla messa alla prova processuale, sulle norme deflattive e i sui ricorsi giurisdizionali che investono l'amministrazione. Rispetto all'esecuzione penale esterna, l'azione per il 2016 sarà collegata alla ridefinizione delle risorse umane, strumentali e finanziarie idonee, per far fronte all'incremento delle misure alternative derivante dalle recenti riforme legislative. Gli obiettivi prioritari si concretizzeranno sinteticamente nel favorire l'accesso alle misure alternative alla detenzione, nonché quello relativo alla messa alla prova ed ai Lavori di pubblica utilità sia attraverso il raggiungimento di elevati standard di qualità dei servizi di inclusione sociale e di riabilitazione dei soggetti in esecuzione penale esterna.