Ennesima giornata di passione a Palazzo Grazioli. Nessun incontro con Matteo Salvini e Giorgia Meloni per ritrovare un’intesa. Risultato: per oggi Guido Bertolaso è di nuovo il candidato sindaco di Roma benedetto da Silvio Berlusconi. Ma anche se le liste azzurre verranno presentate il 29 aprile, la telenovela dell’uomo che dovrà correre per Forza Italia al Campidoglio sembra ancora lontana dalla conclusione. Perché, mentre si allontana l’ipotesi della coalizione di centrodestra, si aprono nuovi spazi per le manovre d’avvicinamento ad Alfio Marchini. L’ex capo della Protezione si disinteressa a queste faccende: «Io non so nulla. Mi occupo della parte tecnica. Di quella politica se ne occupa il presidente Berlusconi», dice sereno ai cronisti come se fosse una cosa ovvia. E aggiunge: «Io non mollo, il problema è che non mi mollano loro», riferendosi alla riconferma arrivata da Forza Italia. Il rebus, però, non è ancora stato risolto. Silvio Berlusconi non sa come uscire dall’isolamento politico senza mettere in discussione la sua leadership. Ma l’attendismo - intervallato da continui annunci e passi indietro - finora lo ha reso un bersaglio facile per il fuoco amico proveniente da Lega e Fratelli d’Italia.«Siamo stufi delle beghe politiche. Noi, rispetto agli altri, il candidato ce l’abbiamo ben chiaro: è Giorgia Meloni». La giornata si era aperta con le parole di Matteo Salvini, pronunciate dalla nuova sede della Lega nella Capitale. Una sorta di ultimatum all’ex presidente del Consiglio che trova subito sponda nelle dichiarazioni della candidata al Campidoglio: «Chi vuole condividere un percorso lo fa dall’inizio», dice a Sky Tg24, «dopo si può parlare di tutto ma io apparentamenti non ne faccio». Più chiaro di così il messaggio non poteva essere.L’impressione è che i due esponenti della destra cerchino un incidente diplomatico per poter rompere definitivamente con Forza Italia e andare alla conta a Roma. Perché il bersaglio grosso è la leadership nazionale di un campo politico senza guida. «Mi sembra abbastanza evidente che Salvini e Meloni vogliano andare alla conta», ci spiega Maurizio Gasparri. «Ma è un gioco che non risolve i problemi nazionali. Perché anche se Fratelli d’Italia passa dal 4 al 5 per cento grazie a un po’ di voti in più a Roma, mi pare che per vincere le politiche manchi ancora parecchio. Il loro è uno scopo di poco respiro che rischia di mettere a repentaglio le alleanze anche in altre città. A Roma il fronte l’hanno spezzato loro. La situazione è molto delicata». L’analisi del senatore di Forza Italia, però, non va giù a Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, molto vicino a Giorgia Meloni. «Non abbiamo mai cercato lo scontro. Non abbiamo chiuso nessuna porta a nessuno», ci risponde infastidito. «Sono almeno 40 giorni che proviamo a convincere Forza Italia a ricompattare il centrodestra sulla candidatura più performante. Ora c’è una campagna elettorale da fare, non mi va più di parlare di queste cose». Discorso chiuso, dunque. Almeno per oggi.