«La stimo e non ho suggerimenti. Ma sento che serve al Paese che il maggior partito italiano si liberi di alcune vecchie catene». Luciano Violante, intervistato dal Giornale, interviene così nella polemica aperta dalle parole di Marcello De Angelis sulle responsabilità della strage di Bologna, aggiungendo da un lato che «il presidente del Consiglio ha fatto la sua scelta", e dall'altro che "comunque lei con il fascismo non c'entra nulla».

«Marcello De Angelis viene da quel mondo. Se ha informazioni le tiri fuori. Punto e basta», osserva ancora l'ex presidente della Camera sottolineando che «c'è una verità giudiziaria che fa stato in un Paese civile». «Per la storia ci sono gli storici, non i portavoce. Altrimenti ci si aggroviglia in continue ricattatorie incertezze», avverte. «Il problema è la strage di Bologna», annota ancora Violante quanto ai conti della destra con il passato degli 'anni di piombo', e a chi gli domanda se eventuali segreti possano portarsi dietro ricatti, risponde cosi': «Non lo posso escludere. Bisogna tagliare le antiche catene, liberarsi da quei fantasmi. Al nuovo partito conservatore che Giorgia Meloni credo voglia costruire non servono né le reticenze né i richiami sibillini del portavoce del presidente della Regione Lazio. Si chiuda una volta per tutte - esorta Violante - nella chiarezza con quel passato».

«Non ci sono misteri. Ci sono state deviazioni e favoreggiamenti. Siamo davanti a un passaggio difficile e quindi capisco le esitazioni e le difficoltà. Ma l'anno venturo, il 2 agosto, ripiomberemo indietro? Io spero che quest'anno sia impegnato a sciogliere i grumi. Credo che il gruppo dirigente di FdI abbia la forza necessaria. Probabile che si paghi un prezzo, ma, sono sicuro, ne trarrebbe vantaggio tutto il Paese», osserva ancora.