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Per fortuna nei media italiani il senso del ridicolo latita. Ieri 500 agenti hanno “bonificato” Tor Bella Monaca, per i romani solo Torbella. Altri 300, sempre in assetto di guerra hanno invaso i Quartieri Spagnoli a Napoli. La maxiretata ha portata alla scoperta di una pistola di piccolissimo calibro e alcuni coltelli a Napoli, qualche arma bianca a Roma. Sono stati sequestrati «diversi grammi» di cocaina e hashish: di fatto un esercito è stato mobilitato per colpire, di striscio, lo spaccio al dettaglio. Ci sono stati 6 arresti equamente divisi tra le due città, giusto per dire che qualcosa si è fatto e che qualcuno è stato preso. La sproporzione tra la portata scenografica dell'operazione e i suoi magrissimi frutti è vistosa.
È un problema che affligge il governo Meloni non solo quando si tratta di sguinzagliare eserciti ma soprattutto quando si tratta di legiferare: massima attenzione alla messa in scena, ai titoloni, all'auspicato effetto sull'opinione pubblica ma scarsissima attenzione per l'efficacia delle fragorose ricette. Le esperienze passate sembrano non insegnare niente alla squadra di Giorgia. Il vizietto di intervenire di corsa, con l'occhio fisso alle telecamere e la testa concentrata sui sondaggi settimanali, dunque inevitabilmente in modo sgangherato e comunque poco efficace. Dopo un anno di rodaggio non si può più accampare a giustificazione l'inesperienza, come fu fatto quando il governo se ne uscì, come suo primo atto, con il folle decreto anti Rave, con il ministro degli Esteri che spiegava candidamente che essendo il famigerato rave capitato proprio mentre era in corso la riunione del Cdm non si poteva fare altro. Un tiro di dadi della sorte, mica una strategia e il risultato fu desolante.
Il problema del degrado delle periferie e della criminalità minorile ha certo ben altro spessore, non se lo è inventato il governo sui due piedi sotto la sferza dell'opinione pubblica. Ma se stavolta il problema è reale, la soluzione della premier e del ministro Piantedosi segue il medesimo copione di allora. Del resto erano serissime, anzi tragiche, anche le circostanze che suggerirono al governo di varare in fretta e furia il dl Cutro. Che però, proprio perché ispirato alla stessa logica di quello sui Rave ha avuto esiti altrettanto deludenti.
La promessa di «dare la caccia ai trafficanti su tutto il globo terracqueo» può suonare bene ma nella migliore delle ipotesi porta ad aggravare le pene per l'ultimissimo anello della catena, spesso migranti che, non avendo soldi per pagarsi il viaggio, accettano di pilotare le barche a rischio di trasformarsi in trappole mortali, peraltro anche per loro. Invadere Torbella con i metodi sperimentati, senza successo, a Southcentral Los Angeles può fruttare qualche dose pronta per essere venduta e qualche lama, certo non impensierisce la malavita che pure in quei quartieri c'è davvero. La multa per i genitori lascia basiti per la sua totale inutilità. Le parole sagge su un contrasto più strutturale al degrado sono destinate a restare tali senza cospicui fondi a disposizione e le vicissitudini della legge di bilancio bastano per profetizzare che quei fondi non ci saranno.
Il dilemma di Giorgia è evidente. In larghissima misura sa di dover disattendere quasi tutti gli impegni presi con il suo elettorato. Pressata anche da alleati affamati di consenso, deve quindi recuperare su altri terreni, quelli nei quali si può provare a “comparire” con provvedimenti accompagnati dalla grancassa. Ma se la tentazione di allestire sceneggiate vuote è comprensibile, cedere a quella tentazione come puntualmente fa il governo rischia di essere alla lunga esiziale, perché, tanto più quando i problemi sono reali, la propaganda ha il fiato corto e i fatti reclamano presto la loro centralità. È successo con il dl Cutro, che ha lasciato sguarnito il solo fronte che avrebbe dovuto essere seguito con cura e meticolosità, quello dell'accoglienza. Succederà ancora con il degrado urbano e il “disagio giovanile” che non possono essere nemmeno scalfiti da norme pensate solo per far bella figura a basso costo nell'immediato.