Convertire l’Italicum in un Mattarellum 2.0 per «riequilibrare governabilità e rappresentanza e dare diritto di tribuna ai partiti più piccoli». È questa la proposta di legge elettorale della minoranza Pd. Almeno di quella capitanata da Roberto Speranza, che, insieme a Federico Fornaro e Andrea Giorgis, ha presentato ieri il progetto di modifica dell’Italicum. Il meccanismo prevede una ripartizione dei seggi mista: l’elezione di 475 deputati in collegi uninominali a turno unico e 12 all’estero con sistema proporzionale. Gli altri 143 seggi vengono così assegnati: 90 alla prima lista o coalizione (fino a un totale massimo di 350 deputati), 30 alla seconda e 23 divisi tra chi supera il 2 per cento e ha meno di 20 eletti.Più che un cambiamento della legge in vigore, si tratterebbe di uno stravolgimento del testo licenziato dal Parlamento: turno unico, niente liste bloccate, premio di maggioranza ridotto e possibilità di coalizioni. Ma per i sostenitori del Mattarellum 2.0, il loro è «un contributo politico aperto per una riflessione dentro e fuori il Pd». Un contributo che però difficilmente potrà trovare consensi in Aula. Eppure, Speranza insiste: «La discussione sulla legge elettorale si apra prima del referendum». L’ex capogruppo Pd alla Camera è convinto che ci siano spazi di manovra nei prossimi mesi: «Noi chiediamo che il Pd sia motore del cambiamento della legge elettorale. C’è un clima nuovo, non lasciamo cadere questo spazio. Il Pd ha oltre 400 tra deputati e senatori. Penso dunque che tocchi a noi essere il motore di una nuova iniziativa. Non bisogna giocare a nascondino ma fare sul serio». Alle aspettative di Speranze risponde però in modo pragmatico il senatore dem Andrea Marcucci, che subito dopo la presentazione della proposta di minoranza commenta: «Premio alla coalizione, Mattarellum 2.0, modello greco, c’è una fioritura di nuove proposte elettorali. La domanda però resta la stessa: con quale maggioranza si modifica una legge vigente? ». Un quesito tutt’altro che banale. Soprattutto nel momento in cui dentro il Pd emergono più proposte che vanno in direzione spesso opposta.Poche ore prima della conferenza stampa di Speranza, era infatti toccato al Matteo Orfini, presidente del partito e leader dei “giovani turchi”, offrire un contributo alla discussione. «Personalmente rimango dell’idea che ho sempre avuto, prima e dopo l’Italicum: per un Paese come il nostro, con la nostra storia politica, il modello migliore è quello greco: turno unico con premio di maggioranza al primo partito», ha dichiarato all’Huffington Post il commissario del Pd romano. Per Orfini, è questo l’unico sistema in grado di «tenere insieme l’esigenza di rappresentanza della pluralità delle culture politiche del Paese, tema indispensabile in un momento in cui forte è il distacco dalle istituzioni, e quella di governabilità, che rispetto al modello greco potrebbe essere resa più forte con accorgimenti specifici». In altri termini, per il presidente del Pd, basterebbe eliminare il ballottaggio per migliorare la legge. Lasciando al proprio posto il premio di maggioranza al partito e le liste bloccate, e penalizzando contemporaneamente i 5 stelle, la forza più competitiva al secondo turno.La discussione, c’è da scommetterci, proseguirà ancora nelle prossime settimane, generando una confusione che andrà a tutto vantaggio di chi preferirebbe lasciare tutto così com’è: Matteo Renzi.