Il Consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, ha approvato il cosiddetto decreto Caivano, contenente misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile. Le nuove misure saranno illustrate nel corso di una conferenza stampa in programma oggi pomeriggio. Tra le norme in un primo momento inserite nel testo, secondo quanto si apprende, non dovrebbe comparire quella legata alla possibilità per il Questore di vietare l'utilizzo dei telefoni cellulari per i minori incriminati.

Nella riunione a palazzo Chigi è stato individuato anche il nome del commissario per la riqualificazione del comune di Caivano, Fabio Ciciliano: “Mi impegnerò al massimo – è la sua prima dichiarazione -, c'è molto lavoro da fare ma io sono pronto. Ringrazio il governo e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni”. 

Le reazioni. Magi (+Europa): “Andremo da Mattarella”

"Non possiamo che considerare un 14enne che gira armato un criminale. Detto questo, ci sono le carceri minorili che devono lavorare per la rieducazione. Non dobbiamo mai rinunciare alla possibilità di far sì che questi giovani si allontanino dal mondo del crimine. E' ovvio che un giovane criminale debba pagare per le sue colpe perché è già nell'età della ragione, ma deve essere sempre, nell'ambito dell'esecuzione della pena, considerato un soggetto che può redimersi", commenta il segretario di Forza Italia e ministro degli Esteri Antonjo Tajani a margine della presentazione della proposta di legge "Mai sole" a Montecitorio. "Lo stop ai cellulari? Non è una questione risolutiva. Certamente per un giovane è un segnale forte ma non è che si risolve perché poi, magari, se lo fanno prestare dal fratello o trovano il modo di usarlo", ha aggiunto il leader azzurro. "È uno strumento aggiuntivo, io penso sempre che l'aspetto fondamentale sia la rieducazione in carcere, per questo è giusto che gli istituti di detenzione minorile ci puntino ancor più degli altri", ha aggiunto.

''L'operazione show di Caivano che ha portato al sequestro di 28 grammi di cocaina è stata un fallimento, ma si continua a insistere sulla strada sbagliata: con questo decreto si va addirittura a modificare il testo unico sugli stupefacenti, nonostante la legislazione penale italiana in materia di droghe sia già tra le più repressive d'Europa", ha detto il segretario di Più Europa Riccardo Magi conversando con i cronisti a Montecitorio. "Si aumentano le pene per i fatti di lieve entità, anche se per i fatti di lieve entità già oggi in 7 casi su 10 si va in carcere e, cosa ancora più grave, si estende la possibilità di applicare la custodia cautelare nei confronti dei minori, anche per i fatti di lieve entità, alla faccia del garantismo. Mettere giovani, magari incensurati, e soprattutto minorenni in carcere è il vero mondo al contrario, non quello di Vannacci: ragazzi e ragazzini che andrebbero aiutati vengono invece mandati in carcere automaticamente, anche nei casi di pericolosità sociale minima o del tutto assente". "Anche sul metodo, è gravissimo che per decreto si modifichino le norme penali. Noi su questo ci rivolgeremo direttamente al Presidente Mattarella''.

"La cosa più semplice (e più inutile) davanti a un fatto di cronaca per il Governo è varare un nuovo reato. Vale per i Rave, per gli scafisti, per gli incidenti sul lavoro, per la delinquenza giovanile. Ma sappiamo bene, per esperienza, che non è con l’introduzione di un nuovo reato che si prevengono questi fatti. Le leggi esistono già, è il controllo e la presenza dello Stato che mancano. È così per gli ispettori del lavoro che oggi svolgono in larga parte compiti di ufficio per carenza di personale e organizzazione; è così per il controllo del territorio da parte della polizia - che ha pochi mezzi - e per la presenza della scuola che deve rimanere aperta il pomeriggio. Slogan invece di buongoverno e capacità gestionale", scrive su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda. "Dl Caivano? Per adesso sono solo Twitter, aspetto di leggere i testi di legge. Dicono di levare il telefonino ai minori? Questione interessante. Dico che bisognerebbe anche levare Twitter a qualche ministro", è il commento di Matteo Renzi, presidente di Italia Viva.