Raffaele Cantone interrompe la pausa estiva della politica intervenendo a sorpresa su uno degli argomenti che a settembre entreranno nel vivo del dibattito parlamentare: la legalizzazione delle droghe leggere anche a scopo ricreativo. «Fino a poco tempo fa ero assolutamente contrario perché non mi convincevano gran parte degli argomenti», esordisce il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione. «Adesso ho un po' cambiato posizione. Credo soprattutto che una legalizzazione intelligente possa evitare il danno peggiore per i ragazzi, cioè entrare in contatto con ambienti della criminalità. Questo mi porta ad essere molto più laico».Le parole di Cantone sono un secchio d'acqua gelata che risveglia all'improvviso dalla calura agostana la classe politica. Per i detrattori del disegno di legge che tra poche settimane sarà discusso a Montecitorio, l'intervento del capo dell'Anac rappresenta un'indebita ingerenza. Per i sostenitori del provvedimento, invece, quello di Cantone è un assist gradito e inatteso. «Sono contento che un uomo competente e autorevole come Raffaele Cantone si sia espresso a favore della legalizzazione della della cannabis. E sono contento che lo abbia fatto con quelle motivazioni», spiega al Dubbio il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, promotore dell'intergruppo parlamentare (formato da 222 deputati) che a luglio ha sottoscritto la proposta di legge presentata dal dem Roberto Giachetti. Ma il radicale Della Vedova, convinto che a settembre «potrà arrivare il sostegno al testo da parte di altri parlamentari antiproibizionisti», sa che la strada da fare per la legalizzazione è ancora tutta in salita. I numeri sono troppo risicati e il provvedimento è osteggiato dal maggior alleato di governo del Pd: il Nuovo Centrodestra, che ha già presentato 1.300 emendamenti. I centristi sono pronti ad alzare le barricate. Per il ministro alfaniano per gli Affari regionali, Enrico Costa, «la statalizzazione dello spaccio rappresenterebbe un messaggio di debolezza nei confronti della criminalità e delle famiglie». Linea condivisa anche dalla Lega e da quasi tutta Forza Italia. Per far passare la legge, al Pd non resta che una strada: l'intesa col Movimento 5 stelle e Sinistra italiana, già schierate a favore del provvedimento. Sulla carta l'opzione è percorribile, se non fosse che le insidie maggiori si nascondo all'interno del partito di Renzi. «Le argomentazioni di Cantone sulla legalizzazione della Cannabis mi trovano molto perplesso», fa sapere Giacomo Portas, leader del partito dei Moderati, eletto tra le fila del Pd. Portas non è l'unico deputato dem a nutrire seri dubbi, la pattuglia proibizionista Pd pronta a impallinare il ddl potrebbe essere molto consistente.Per capire la complessità di un'eventuale manovra parlamentare è utile dare un'occhiata ai numeri elaborati da Openpolis. Il ddl Giachetti è stato sottoscritto da 222 deputati e 70 senatori, «i gruppi di appartenenza sono principalmente tre: Pd (cui sono iscritti il 38 per cento dei firmatari della legge), M5s (da cui arrivano il 39 per cento delle firme alla Camera, e il 34 per cento al Senato) e Si-Sel (circa il 12 per cento dei firmatari) ». Se i partiti d'appartenenza dei firmatari votassero compatti, il provvedimento passerebbe senza intoppi alla Camera e per un soffio al Senato, scavalcando per la prima volta - da quando Renzi è premier - la maggioranza di governo. Ma in politica due più due raramente fa quattro. «Generalmente, i firmatari di questo tipo di leggi bipartisan sono pochi», fa notare Openpolis «ciascuno rappresentativo del gruppo cui appartiene. I numeri in questo caso (222, ndr) fanno invece pensare ad una vera e propria conta per capire chi ci sta: quasi 300 parlamentari su 951 hanno aderito». Ha firmato la proposta la «stragrande maggioranza dei due gruppi di opposizione. Hanno aderito il 96 per cento dei cinquestelle. Tra i deputati e senatori di Si-sel, le adesioni hanno raggiunto l'87,5 per cento. I firmatari rappresentano una quota importante anche dei gruppi democratici (28 per cento) ». Se la percentuale dei favorevoli all'interno del Pd resterà così bassa, il provvedimento si arenerà senza scampo. Con buona pace di Cantone.