BOMBE SULLE CITTÀ, COLPITE CINQUE STAZIONI DEI TRENI

Da una parte la diplomazia, con l’incontro ad alti vertici tra Ucraina e Stati Uniti e il tour del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ad Ankara, Mosca e Kiev. Dall’altra bombe, bombe e ancora bombe. Dopo oltre due mesi di guerra è fallito ieri il tentativo di un cessate il fuoco per permettere la fuga dei civili asserragliati sotto l’acciaieria Azovstal, a Mariupol, e la Russia ha cominciato a bombardare pesantemente le stazioni che portano i rifugiati dall’est dell’Ucraina verso l’Ovest. Come quelle di Zhmerynka e Kozyatyn, nell’Ucraina centrale, dove si segnalano morti e feriti, o quelle di Donetsk, nel Donbass, e Mikolaiv, a sud. Da un parte la diplomazia, con l’incontro ad alti vertici tra Ucraina e Stati Uniti e il tour del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ad Ankara, Mosca e Kiev. Dall’altra bombe, bombe e ancora bombe. Dopo oltre due mesi di guerra è fallito ieri il tentativo di un cessate il fuoco per permettere la fuga dei civili asserragliati sotto l’acciaieria Azovstal, a Mariupol, e la Russia ha cominciato a bombardare pesantemente le stazioni che portano i rifugiati dall’est dell’Ucraina verso l’Ovest. Come quelle di Zhmerynka e Kozyatyn, nell’Ucraina centrale, dove si segnalano morti e feriti, o quelle di Donetsk, nel Donbass, e Mikolaiv, a sud. Il tutto poche ore dopo il faccia a faccia tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e il segretario di Stato americano, Antony Blinken, accompagnato dal capo del Pentagono, Lloyd Austin. Sul piatto, oltre a nuovi aiuti militari per centinaia di milioni di dollari, c’era anche la riapertura dell’ambasciata statunitense a Kiev, che dovrebbe concretizzarsi entro un paio di settimane. Con una nuova ambasciatrice, Bridget Brink, che attualmente è rappresentante di Washington in Slovacchia. Epicentro della guerra rimane l’accaieria Azovstal. Secondo quanto sostiene il leader della Repubblica popolare di Donetsk riconosciuta da Mosca, Denis Pushilin, sotto l’edificio ci sarebbero ancora tra mille e 2500 combattenti, di cui 400 mercenari stranieri provenienti da «Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti, Romania e altri Paesi europei». Pulishin ha inviato ancora una volta all resa «prima che i nazionalisti vengano eliminati» perché «sono rimasti pochi giorni e non è più un segreto per nessuno, neanche per il nemico».

E mentre dalle via delle città ucraine si toglie qualsiasi riferimento a Russia e Bielorussia, Mosca ha deciso di espellere 40 dipendenti delle missioni diplomatiche tedesche in Russia, alzando la tensione con Berlino.

Sulla quale nelle ultime ore è aumentata anche la pressione di Kiev affinché la Germania dia l’ok all’embargo verso i combustibili estratti in Russia. «Se i leader mondiali sono seriamente intenzionati a porre fine ai crimini di guerra della Russia, devono prima privare Putin delle entrate petrolifere - ha scritto su twitter il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba - serve un embargo vero».

Diversità di vedute anche nella sfera religiosa, con l’ennesimo tentativo di papa Francesco di dialogare con il patriarca ortodosso Kirill. «Possa lo Spirito Santo trasformare i nostri cuori e renderci veri operatori di pace, specialmente per l’Ucraina dilaniata dalla guerra, affinché il grande passaggio pasquale dalla morte alla nuova vita in Cristo diventi una realtà per il popolo ucraino, desideroso di una nuova alba che porrà fine all'oscurità della guerra» ha scritto il pontefice in una lettera in occasione della pasqua ortodossa. Per tutta risposta, Kirill ha invitato i russi a riunirsi attorno al governo e a non lasciare che «centri di potere stranieri rovinino l’indipendenza della Russia. Diverse esplosioni sono state udite anche nei pressi del ministero per la Sicurezza a Tiraspol, in Transnistria, la regione separatista filorussa della Moldavia al confine con l’Ucraina.

Il tutto poche ore dopo il faccia a faccia tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e il segretario di Stato americano, Antony Blinken, accompagnato dal capo del Pentagono, Lloyd Austin. Sul piatto ol nuovi aiuti militari per centinaia di milioni di dollari, e la riapertura dell’ambasciata Usa a Kiev, entro un paio di settimane. Con una nuova ambasciatrice, Bridget Brink, che attualmente è rappresentante di Washington in Slovacchia.

MARIUPOL, UN’AREA CONTROLLATA DALLE FORZE SEPARATISTE SOSTENUTE DALLA RUSSIA

ALEXEI ALEXANDROV