A darne notizia è una nota di via Arenula. E c’è un aspetto per certi versi sorprendente: il responsabile della Giustizia dichiara di aver «prospettato», al Capo del governo, «soluzioni a breve termine per il sovraffollamento carcerario».

Di fatto, è l’ammissione che l’opera dell’Esecutivo non può fermarsi al decreto appena convertito in legge ieri. E, cosa ancora più significativa, lo stesso Nordio ha aggiunto che, sempre sul tema del sovraffollamento, chiederà «un incontro al presidente della Repubblica, che ha sempre manifestato grande attenzione al riguardo. Del pari», assicura ancora il guardasigilli, «proporrò al Csm di considerare la copertura di organico per la magistratura di sorveglianza, garantendo da parte del ministero agili procedure per il completamento della pianta organica degli amministrativi presso i Tribunali di sorveglianza». E qui siamo a uno dei temi emersi in un incontro che ha preceduto di poche ore quello di Palazzo Chigi e che il guardasigilli ha avuto con i Garanti territoriali dei detenuti: loro stessi hanno ricordato la valanga di istanze che sommerge i non abbastanza numerosi giudici di sorveglianza e che rallenta la concessione dei benefici.

Nordio poi ha puntualizzato, a proposito dell’ «elevato numero di detenuti stranieri», il proprio «impegno a moltiplicare gli sforzi per rendere operativi in tempi celeri gli accordi con gli Stati interessati, al fine di garantire l’esecuzione della pena nei Paesi d’origine».

Fino al passaggio che parte da una stilettata all’opposizione ma in realtà sembra anticipare una delle ulteriori (rispetto al decreto) misure «prospettate» da Nordio a Meloni: «Auspico che l’opposizione, invece di polemizzare su posizioni sedimentate nei decenni, possa collaborare fattivamente per rendere più veloce questo percorso che riguarda, sia a livello normativo che organizzativo, la modifica della custodia cautelare, necessaria per evitare la carcerazione ingiustificata, ma soprattutto per affermare la detenzione differenziata dei tossicodipendenti presso le comunità di recupero».

Insomma: il decreto è andato, ma ora serve altro. Deve esserne convinto, Nordio (che pochi minuti dopo preciserà, ancora, di non voler interferire coi lavori del Parlamento), e devono averlo rafforzato, nella sua convinzione, proprio i garanti territoriali, incontrati insieme con il viceministro Francesco Paolo Sisto. Il colloquio, richiesto dal portavoce della Conferenza dei Garanti, Samuele Ciambriello, ha visto la partecipazione anche di Bruno Mellano (Piemonte), Valentina Calderone (Roma) e Veronica Valenti (Parma). Ciambriello ha definito l’incontro «interlocutorio», anche se il ministro Nordio ha mostrato «apertura al dialogo», e ha fissato un nuovo appuntamento entro un mese per valutare i progressi sulle questioni discusse ieri.

Il coordinatore dei Garanti ha ricordato che circa 5.000 reclusi potrebbero uscire immediatamente dal carcere se la magistratura di sorveglianza decidesse tempestivamente su misure alternative o liberazione anticipata. Ed è toccato a Calderone ribadire la preoccupazione per l’assenza di misure deflattive.