Non è semplice comprenderlo, nel pieno della tragedia coronavirus, ma l’emergenza sanitaria ne trascina altre spesso sottovalutate. «Anche riguardo alla violenza domestica non è agevole ottenere risposte tempestive, in termini di contrasto materiale ma anche di misure legislative adeguate», è la premessa da cui parte Valeria Valente, senatrice del Pd impegnata, come presidente della commissione d’inchiesta di Palazzo Madama, a «tenere alta la vigilanza sulle violenze familiari anche in una fase così drammatica per tutti gli ambiti della vita collettiva». Ma un risultato notevolissimo è già arrivato venerdì scorso, per l’organismo presieduto dalla parlamentare dem: una circolare firmata dal capo della Polizia Franco Gabrielli che valorizza proprio le sollecitazioni di Valente, e gli scambi che la presidente della commissione aveva avuto, oltre che con Gabrielli, anche con la ministra dell’Interno Lamorgese e la ministra delle Pari opportunità Bonetti. Nel documento, inviato a tutte le forze dell’ordine (inclusa l’Arma dei Carabinieri che dipende dalla Difesa anziché dal Viminale), si sensibilizzano gli agenti delle «sale operative» a conservare la massima «sensibilità» nei confronti delle richieste d’aiuto rivolte da «persone che subiscono violenza domestica». A maggior ragione in una fase in cui le «restrizioni» anti contagio hanno «determinato una convivenza forzata dei nuclei familiari». Gabrielli invita i questori, in particolare, ad adottare «con particolare sollecitudine» gli eventuali «provvedimenti di ammonimento» nei confronti di chi mettesse a rischio «l’imprescindibile tutela delle donne vittime di violenza e di atti persecutori». Di fronte a una simile iniziativa la senatrice Valente si dice «assolutamente soddisfatta: si tratta di un passo avanti importante, del segnale di un’attenzione autentica e della consapevolezza che un problema del genere non può essere derubricato fra i non urgenti. Non solo sono significativi i contenuti della nota di Gabrielli ma», spiega Valente al Dubbio, «lo è il fatto stesso che una circolare del capo della Polizia venga riservata a quella particolare materia». La commissione di Palazzo Madama non si ferma, aggiunge la sua presidente: «Nelle prossime ore inoltreremo lettere al Cnf, al Csm e allo stesso ministro della Giustizia, perché la violenza domestica è dramma da contrastare, ovviamente, anche con l’attività giurisdizionale strettamente intesa». Non a caso proprio a chiedere di inserire, tra le attività penali urgenti, anche «le udienze per le misure cautelari di allontanamento del coniuge accusato di violenze» è rivolta una delle proposte di emendamento al Dl “Cura Italia” presentate dalla commissione d’inchiesta del Senato. Ce ne sono altre: innanzitutto, ricorda Valente, «la necessità di stanziare una somma di 4 milioni per le case rifugio che dovessero trovarsi a soccorrere in questo periodo donne costrette ad andarsene da casa: visto che il Covid impone accertamenti sanitari prima di accoglierle, andrebbero individuate strutture provvisorie, anche Bed & breakfast, in cui ospitarle». Non si può escludere che il “Cura Italia” resti blindato: «Ma qui si tratta di modifiche concordate all’unanimità da tutte le forze politiche. E comunque, se non si facesse in tempo, confidiamo che trovino spazio nel decreto di aprile». Le vittime di violenza non possono essere escluse dall’agenda delle priorità.