Tetro, ringiante, minaccioso, Yevgeny Prigozhin è tornato a far parlare di sé attraverso un video pubblicato sul suo canale Telegram nel quale attacca e insulta il ministro della Difesa e il capo di stato maggiore russi. Il fondatore della Wagner si è fatto riprendere mentre si aggira, in un luogo non rivelato, in mezzo a dozzine di cadaveri che sostiene essere uomini della sua compagnia di mercenari. Caduti perché, è questa l'accusa rivolta ai massimi responsabili militari di Mosca, non sono stati riforniti di munizioni.

Poi l'annuncio ad effetto sparato sulla rete: «Sto tirando fuori le unità Wagner da Bakhmut perché in assenza di munizioni sono destinate a perire senza senso. Shoigu, Gerasimov, dove sono i proiettili, dannazione. Sono venuti qui come volontari e stanno morendo, così otete ingrassare nei vostri uffici rivestiti di pannelli di mogano». Alla fine quasi un avvertimento: «Questi ragazzi sono di Wagner. Sono morti oggi. Il loro sangue è ancora fresco, I capi dell'esercito andranno all'inferno per non aver inviato armi. Questi ragazzi sono di Wagner. Sono morti oggi. Il loro sangue è ancora fresco, I capi dell'esercito andranno all'inferno per non aver inviato armi».

Prigozhin ha dichiarato che i resti delle sue truppe lasceranno le postazioni conquistate a Bakhmut il 10 maggio, il giorno dopo l'anniversario della vittoria dell'Armata Rossa sui nazisti. Una data simbolica che ora sembra assumere di nuovo il valore di uno spartiacque. La citta ha un indubbio significato strategico ed è contesa ormai da mesi in uno degli scontri piu sanguinosi dell'intera guerra in Ucraina. La compagnia Wagner ha guidato l'assalto attestandosi poco lontano dal centro ma da Kiev è arrivato l'ordine di difendere le postazioni in ogni modo.

All'inizio di questa settimana, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, citando documenti dell'intelligence recentemente declassificati, ha detto che più di 20 mila soldati russi sono stati uccisi e altri 80 mila feriti a partire da dicembre. La metà dei morti sarebbe appartenuta proprio al gruppo di contractors guidati dall'ex chef di Putin.

Prigozhin ha sfogato con questo video una crescente rabbia per quella che descrive come mancanza di sostegno da parte dell'establishment della difesa russa. Ma non è chiaro se la sua ultima dichiarazione possa essere presa per oro colato, a febbraio aveva usato un linguaggio meno colorito ma la sostanza del suo pensiero era la stessa. Solo la scorsa settimana aveva già parlato di ritiro per poi fare marcia indietro e bollare tutto come uno scherzo. Ma il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il capo di stato maggiore Valery Gerasimov sono stati spesso al centro della rabbia di Prigozhin, segnali inequivocabili di feroci lotte intestine tra diversi gruppi di potere nell'entourage del presidente russo. Forse con la sua sparata Prigozhin vuole recuperare la sua influenza che è apparentemente diminuita negli ultimi mesi.

Una conferma di ciò potrebbe essere rintracciata nel silenzio del Cremlino che non ha commentato in nessun modo le parole del capo della Wagner. In ogni caso che la situazione per i russi sia abbastanza critica al fronte di Bakhamut pare una realtà acclarata. Diversi analisti hanno riconosciuto che esisterebbe un certo razionamento di munizioni in vista della tanto attesa e sbandierata controffensiva ucraina. Chiaro che dal punto di vista militare i russi devono difendere l'intero fronte mentre l'unica preoccupazione di Prigozhin sembra essere quella di prendere Bakhmut, un successo per poi rivendicare un credito politico. Il fattore tempo sarebbe dunque vitale per la Wagner i cui stessi esperti hanno previsto un attacco ucraino entro il 15 maggio, quando carri armati e artiglieria saranno in grado di avanzare sul terreno asciutto dopo le ultime piogge primaverili. Intanto Prigozhin, al di là delle dichiarazioni shock, lavora, si potrebbe dire trama, contro l'esercito regolare. In questo senso va visto il reclutamento, con lauto compenso, del generale Mikhail Mizintsev soprannominato “il macellaio di Mariupol “ per il suo ruolo nel bombardamento dello scorso anno della città portuale. Prigozhin ha sottolineato che il generale aveva fatto del suo meglio per aiutare a rifornire i mercenari di munizioni e aveva collaborato con gli sforzi del gruppo per reclutare nei suoi ranghi prigionieri condannati.