Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ammonito Hezbollah, sostenendo che la formazione sciita libanese, con i suoi attacchi dal sud del Libano contro lo Stato ebraico, "sta giocando con il fuoco". "C'è chi pensa di poter espandere gli attacchi contro le nostre truppe e contro i civili. Questo è giocare con il fuoco", ha detto Netanyahu, senza citare esplicitamente Hezbollah.

"Il fuoco incontrerà un fuoco molto più forte. Non devono metterci alla prova perché abbiamo dimostrato solo una piccola parte della nostra forza. Faremo del male a chi ci fa del male", ha aggiunto il capo del governo israeliano, ribadendo che l'obiettivo di Israele è "la vittoria totale" ed "eliminare Hamas". Intanto su Internet circola una foto di soldati israeliani della Brigata Golani all'interno dell'aula del Parlamento di Gaza, dopo la conquista del sito a Gaza City. L'immagine, pubblicata dal quotidiano israeliano "Haaretz", mostra i militari in posa armi in pugno, con tre bandiere israeliane dispiegate.

In precedenza il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, aveva dichiarato che "Hamas ha perso il controllo della Striscia di Gaza" e i suoi combattenti "fuggono verso il sud"dell'enclave palestinese. “Le forze armate israeliane (Idf) stanno avanzando su ogni punto". Secondo Gallant, negli ultimi giorni le truppe hanno "intensificato" l'attività contro i tunnel del Movimento islamico. "Lavoriamo in base ai compiti, non abbiamo un cronometro, abbiamo degli obiettivi e li raggiungeremo", ha aggiunto il ministro della Difesa, un riferimento alle parole del ministro degli Esteri Eli Cohen secondo cui la pressione internazionale potrebbe costringere Israele a modificare i piani a Gaza.

Intanto è scontro aperto tra l'ONU e Israele. Le sedi delle Nazioni Unite in tutta l'Asia hanno esposto la bandiera blu e bianca a mezz’asta per onorare i propri lavoratori morti durante i bombardamenti di Gaza. Israele ha sempre negato di colpire deliberatamente siti civili, ma le relazioni tra Tel Aviv e il segretario generale Guterres sono ormai al lumicino. E la guerra che infuria nella Striscia peggiora il quadro. Anche perché è intorno gli ospedali che si sta combattendo, con le strutture nella parte nord dell’esclave palestinese che sono ormai praticamente tutte chiuse, sia per il pericolo dei colpi sparati da cielo e terra sia per l'esaurirsi di carburante che impedisce di funzionare alle macchine che tengono in vita molti pazienti.

Il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha avvertito di una situazione terribile e pericolosa, affermando che sempre più ricoverati, compresi i bambini prematuri, stanno morendo. L'attenzione è concentrata su Al-Shifa, il più grande nosocomio di Gaza, dove si stima che circa 2000 persone siano intrappolate a causa dei combattimenti che si svolgono nelle strade circostanti: «È quasi un cimitero» ha detto Ghebreyesus.

Altre strutture stanno segnalando situazioni simili: mancanza di rifornimenti e di energia elettrica. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita 36 strutture sanitarie, tra cui 22 ospedali, sono state danneggiate dall'inizio della guerra. Ieri Al-Shifa con 700 posti letto ha cessato di funzionare. Le testimonianze che riescono a uscire dalla Striscia sono quelle del personale (tra le 200 e le 500 persone) che confermano come andarsene senza rischiare lesioni o morte è impossibile. Sono in funzione solo alcuni dispositivi che forniscono servizi vitali e che vengono alimentati tramite energia solare. La situazione è tale che anche i medici delle organizzazioni umanitarie non sono in grado di lavorare e di essi si sono persi, in alcuni casi, i contatti, come succede per i sanitari di Medici Senza Frontiere.

Si sta cercando conferma anche per quanto riguarda le condizioni dei 39 neonati ricoverati, dei quali almeno tre sarebbero deceduti durante il fine settimana a causa del malfunzionamento delle incubatrici. I bambini sopravvissuti sono chiaramente anch'essi a serio rischio se le strutture non torneranno a funzioanre nelle prossime ore. Una mano sembra essere stata tesa dal portavoce capo delle Forze di Difesa Israeliane, il contrammiraglio Daniel Hagari, il quale ha dichiarato che Israele fornirà assistenza per evacuare i bambini in un ospedale più sicuro.

Ancora oggi però tale evacuazione era ben lungi da essere stata effettuata, spostare i bambini in sicurezza infatti richiede attrezzature sofisticate difficili da reperire e trasportare mentre si combatte e soprattutto a Gaza ormai non esiste un luogo al riparo degli scontri. Il balletto delle responsabilità è dunque in pieno svolgimento, il colonnello Moshe Tetro dell'IDF, ha detto che ci sono state sparatorie pesanti nelle vicinanze dell'ospedale ma nessun assedio.

Affermazioni che sembrano essere contraddette dagli scontri a fuoco scoppiati invece all'ospedale al-Quds, il secondo più grande di Gaza. Secondo l'esercito israeliano mentre le proprie truppe si muovevano verso la struttura, uomini di Hamas sono usciti dall'ingresso e hanno aperto il fuoco, 21 di essi sarebbero