“Il G7 e l’Ucraina sono uniti in questo momento difficile e nel loro tentativo di garantire un futuro democratico e prospero all’Ucraina”, “il Presidente Putin non deve vincere la sua guerra contro l’Ucraina. In memoria di tutti coloro che hanno combattuto per la libertà nella seconda guerra mondiale, dobbiamo continuare a lottare per essa oggi, a nome dei popoli dell’Ucraina, dell’Europa e dell’intera comunità internazionale”. E’ quanto si legge nella dichiarazione dei leader del G7. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante la videoconferenza dei leader del G7, a cui ha preso parte, “ha sottolineato la ferma determinazione dell’Ucraina a proteggere la propria sovranità e integrità territoriale” e “ha affermato che l’obiettivo finale dell’Ucraina è quello di garantire il completo ritiro delle forze e degli equipaggiamenti militari russi dall’intero territorio dell’Ucraina e di garantire la sua capacità di proteggersi in futuro”. E’ quanto si legge nella dichiarazione dei leader del G7. E i leader del G7 in una dichiarazione hanno ribadito: “Continueremo ad agire contro le banche russe che sono collegate all’economia globale e che rivestono un’importanza sistemica critica per il sistema finanziario russo. Abbiamo già gravemente danneggiato la capacità della Russia di finanziare la sua guerra di aggressione prendendo di mira la sua banca centrale e le principali istituzioni finanziarie”. Nella dichiarazione dei leader del G7 si legge: "Continueremo ed eleveremo la nostra campagna contro le élite finanziarie e i membri della famiglia, che sostengono il presidente Putin nel suo sforzo bellico e sperperano le risorse del popolo russo. Coerentemente con le nostre autorità nazionali, imporremo sanzioni ad altre persone”. E da palazzo Chigi arriva una nota che conferma  l’unità dei sette Paesi nel condannare l’aggressione ingiustificata da parte della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina, che ha riportato l’Europa agli orrori del secondo conflitto mondiale e “hanno condiviso la viva preoccupazione per il prolungarsi delle ostilità e la necessità di mantenere alta attraverso le sanzioni la pressione sul Cremlino”.  I leader hanno poi reiterato l’impegno a diversificare le fonti energetiche riducendo in tal modo la dipendenza dagli approvvigionamenti russi. L’incontro ha offerto l’occasione per commemorare la fine della seconda guerra mondiale e la liberazione dalle sue atrocità. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, nel corso della videoconferenza dei leader del G7 ha ribadito l’importanza di uno stretto coordinamento per sostenere l’Ucraina e perseguire la pace promuovendo un immediato cessate il fuoco e negoziati credibili. «Dobbiamo fare ogni sforzo per aiutare a raggiungere quanto prima un cessate il fuoco e per dare nuovo slancio ai negoziati di pace», ha detto Draghi, «il nostro impegno e la nostra unità sono essenziali». «Il G7 deve continuare a impegnarsi per aiutare quei Paesi poveri che rischiano una crisi alimentare». E martedì mattina Draghi  volerà a Washington per la prima visita alla Casa Bianca nelle vesti di presidente del Consiglio. Una visita che arriva a poco più di sei mesi da quella del presidente americano Joe Biden a Roma, quando i venti di guerra spiravano sull’Ucraina ma in pochi credevano che il conflitto, con la sua scia di vittime e sangue, sarebbe davvero esploso e in tutta la sua ferocia e drammaticità. È il terzo faccia a faccia tra i due, dopo quello a Carbis Bay, dove entrambi volarono per il G7 organizzato da Boris Johnson, e i lavori del G20 di Roma, quando i big del mondo vennero immortalati tra i medici e gli infermieri impegnati nella lotta al Covid. Il peggio sembrava alle spalle, la guerra doveva ancora deflagrare. L’ultimo incontro tra Draghi e Biden è a Bruxelles, a margine dei lavori Nato e del Consiglio Ue: l’agenda interamente occupata dalla crisi ucraina e dall’emergenza energetica, con gli States in campo per tendere la mano all’Europa. Il mondo è cambiato in appena una manciata di mesi. Draghi arriva a Washington in una fase di riassetto degli equilibri globali, in cui si discute della leadership internazionale degli Usa -Biden ha davanti a sé le elezioni midterm e le presidenziali del 2024- della tenuta e del rafforzamento dell’Europa, che Mosca punta a spaccare, della solidità del legame transatlantico, a maggior ragione di fronte a un conflitto che non accenna a finire.