Che la Francia ha inserito l’aborto volontario tra i diritti protetti dalla Costituzione lo sanno ormai anche i sassi. Come ogni volta che si parla di aborto ci possiamo sedere comodamente per goderci un desolante spettacolo argomentativo. Come ogni volta a dire le cose più sceme sono quelli che vogliono difendere la 194 o comunque la possibilità (o la libertà o il diritto o la facoltà – perché si litiga anche su questo) di abortire.

Forse il mio disegnino preferito (perché in effetti sono stata generosa a parlare di argomenti) è quello che ci ammonisce: se non hai un utero, non puoi parlare. C’è chi lo dice orgogliosamente usando Rachels di Friends, chi un cretinissimo e orribile test a doppia risposta che ti dice che se non hai un utero devi tacere, se ce l’hai puoi scegliere tu con l’aggiunta della cretineria suprema: se sei contro l’aborto, non abortire.

Perlopiù chi condanna l’aborto lo fa perché lo considera equivalente a un omicidio. Devo esplicitare quindi l’obiezione? Se sei contro lo sterminio dei biondi, non sterminare i biondi vi pare un ragionamento sensato? No, non lo è. Per rispondere sarebbe utile capire la posizione del nostro interlocutore e la sua premessa.

Inoltre non è che possiamo parlare solo di quello che siamo o che ci riguarda direttamente. Poi ogni volta che sento che gli uomini non devono parlare di aborto penso a Michael Tooley, ingrate che non siamo altro. Infine, la questione non è quali caratteri secondari sessuali abbiamo come criterio per poter parlare, ma quali argomenti usiamo. Ogni donna dovrebbe decidere per sé (qual è l’alternativa, la obblighiamo o facciamo una riunione di condominio per decidere se può abortire?), e se a impedirmelo è un uomo o una donna che differenza c’è? Lo so, sono molto ingenua visto che l’identitarismo ormai ha ingoiato tutto.

L’altra confusione cerebrale è un dubbio amletico: l’aborto volontario è una libertà o un diritto? Come molti diritti fondamentali, non può che esserci un dovere per qualcuno. Io sono liberà di comprarmi un elicottero ma nessuno ha il dovere di comprarmelo (peccato). Se sono solo libera di abortire come facciamo? Abortisco da sola?

Anche che dobbiamo garantire l’aborto pur essendo un male necessario o un trauma inesauribile è un riflesso condizionato impossibile da scardinare. Dici aborto e arriva il coro di lagna del dolore necessario e intrinseco. Per tutte indistintamente.

Infine il grande classico: se tua madre ti avesse abortito non saresti qui, che tutti usano come argomento inattaccabile contro l’aborto. E io ogni volta penso, ma di rado rispondo perché non ho più pazienza: se tua madre ti avesse abortito non stavi qui ad annoiarmi con queste fallacie. L’aborto volontario non è un male necessario, ma è una scelta moralmente ineccepibile, non causata solo da difficoltà economiche o altri disastri ma dal desiderio di non avere un figlio o di non averne un altro. L’unica alternativa è l’obbligo di portare avanti una gravidanza. Vi pare morale? O anche solo possibile?

Insomma, se in Francia hanno già cambiato la legge e ora hanno deciso di proteggere l’aborto volontario inserendolo nella Costituzione, qui abbiamo un meraviglioso scontro tra chi invoca il genocidio degli innocenti e chi difende la legge 194 come la migliore legge del mondo e con tutti gli argomenti sbagliati.