La Camera Penale di Cosenza "Fausto Gullo" in una nota denuncia con forza l'intercettazione di conversazioni tra avvocato e assistito, definendola un atto indegno di un Paese democratico. Questo problema rappresenta un atavico vizio di certa magistratura inquirente, che continua a intercettare e utilizzare tali conversazioni nei procedimenti penali.

Il caso dell'avvocato Gianpiero Calabrese

L'ultimo episodio segnalato riguarda l'avvocato Gianpiero Calabrese, che ha scoperto la trascrizione di sessioni professionali con un proprio assistito, «eccentricamente commentate dalla polizia giudiziaria». L'avvocato ha richiesto una formale censura agli Uffici di Procura generale e distrettuale, nonché al Capo della Polizia, evidenziando i commenti dei dirigenti Fabio Catalano e Angelo Paduano.

La necessità di una risposta forte

La Camera Penale di Cosenza chiede una risposta forte, sottolineando che «l'ascolto di conversazioni tra avvocato e assistito è un fatto inaccettabile. La legge prevede l'inutilizzabilità di tali intercettazioni, e la magistratura dovrebbe essere unanime nel rifiutare la pratica del "prima ascolto e poi vedo"».

Un problema culturale

Il problema «è principalmente culturale e deriva da una concezione distorta della Toga, che in alcuni ambiti giudiziari vede l'Avvocatura come complice del delitto anziché come tutore del diritto. Questa visione è intollerabile e deve essere combattuta», si legge nel comunicato. «È fondamentale che la magistratura e la polizia giudiziaria rispettino le prerogative del difensore. Queste non devono tradursi in garanzia di immunità, ma nemmeno in fonte di sospetto. La cultura della giurisdizione appartiene a pubblici ministeri, giudici e avvocati».

Solidarietà all'avvocato Calabrese

La Camera Penale di Cosenza esprime solidarietà incondizionata all'avvocato Gianpiero Calabrese. Il Consiglio direttivo della Camera Penale, rappresentato dal Segretario Gabriele Posteraro e dal Presidente Roberto Le Pera, sottolinea l'importanza di difendere i diritti degli avvocati per una giustizia equa.