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Il deputato di Italia Viva, Roberto Giachetti, ha presentato un'interrogazione parlamentare indirizzata al ministro della Giustizia in seguito all'articolo pubblicato su Il Dubbio dell’ 8 gennaio scorso e alla trasmissione di Radio Leopolda “Carceri, bisogna vederle” curata da Rita Bernardini, dell' 11 gennaio. La vicenda, lo ricordiamo, coinvolge l’avvocato Stefano Giordano, il quale ha denunciato di essere stato aggredito da un agente penitenziario della Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo mentre cercava chiarimenti sul mancato accredito di 450 euro su conti di tre detenuti azeri.
Il 18 dicembre 2023, l'avvocato Giordano ha effettuato i bonifici per conto dei familiari dei detenuti, desiderosi di fornire conforto in vista delle festività natalizie. Tuttavia, quattro giorni dopo, i detenuti hanno segnalato che la somma non era stata accreditata. L’avvocato Giordano, insieme al collega Giovan Battista Lauricella, ha cercato spiegazioni presso l'ufficio ragioneria del carcere. La funzionaria presente, affermando che tutti gli adempimenti erano stati correttamente eseguiti, ha invitato il legale a lasciare la stanza urlando. La situazione è sfuggita di mano quando un terzo soggetto, membro della polizia penitenziaria e dichiaratosi marito della funzionaria, ha tentato di aggredire l'avvocato minacciando l'arresto.
Nonostante l'intervento della vicedirettrice la situazione è rimasta incandescente, costringendo i legali a cercare rifugio nel suo ufficio. Da sottolineare, come scritto su queste stesse pagine, che questo episodio non solo solleva gravi interrogativi, mettendo in luce una serie di inefficienze che danneggiano i detenuti e pongono in discussione il rispetto dei loro diritti fondamentali, ma anche quelli degli avvocati difensori, tanto da subire minacce da chi dovrebbe tenere – come recita il regolamento stesso – “un comportamento improntato a professionalità, imparzialità e cortesia e mantenere una condotta irreprensibile, operando con senso di responsabilità ed astenendosi altresì da comportamenti o atteggiamenti che possono recare pregiudizio al corretto adempimento dei compiti istituzionali”.
Ma questo non è il primo episodio di mancato accredito di denaro ai detenuti difesi dall’avvocato Giordano. Nel mese di agosto 2023, i detenuti stranieri hanno affrontato una situazione simile, risolta grazie all'intervento del Garante dei detenuti della regione Sicilia, Santi Consolo. Per i detenuti stranieri privi di reti familiari nel territorio italiano, infatti, risulta cruciale avere accesso a modesti importi di denaro. Questo consente loro di effettuare chiamate ai propri familiari lontani, affrontare le carenze alimentari spesso presenti e migliorare l'approvvigionamento di beni essenziali per l'igiene personale e la pulizia delle celle. È da notare che tali prodotti sono frequentemente carenti nella fornitura dell'amministrazione carceraria.
Il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti ha evidenziato che durante le ispezioni condotte dall'associazione “Nessuno Tocchi Caino” negli istituti penitenziari, emerge con frequenza una carenza di personale amministrativo, soprattutto nell'ambito contabile. L'interrogazione parlamentare di Giachetti pone diverse domande al ministro della Giustizia. Si chiede se sia a conoscenza degli eventi descritti, se intenda intervenire per chiarire l’incidente, in quali tempi i detenuti azeri avranno la disponibilità delle somme e quanto tempo è stato necessario ai detenuti stessi nel caso precedente. In particolare, si interroga il ministro Carlo Nordio sulla consapevolezza dell'entità degli stanziamenti dell’amministrazione penitenziaria per le esigenze dei detenuti indigenti e sulle carenze di personale amministrativo e contabile negli istituti penitenziari, con particolare riferimento alla situazione a Pagliarelli.
Ora si attende la risposta del ministro della Giustizia. Rita Bernardini ricorda il regolamento che, se il ministro non risponde entro 60 giorni, l'interrogazione parlamentare può essere ripresentata in Commissione, dove il guardasigilli è obbligato a rispondere. Molto spesso i deputati si lamentano del fatto che i ministri non rispondano alle interrogazioni parlamentari. Ma come ci insegna Bernardini di “Nessuno Tocchi Caino”, esistono strumenti per costringerli a farlo.