Desta «grande preoccupazione» il progetto di riforma costituzionale che prevede l’istituzione di un’Alta corte, organismo con funzioni di giudice d’appello per le sentenze disciplinari del Csm e dei Consigli delle altre magistrature e di giudice dei ricorsi contro ogni altro provvedimento nei confronti dei magistrati. Una riforma che si potrebbe in contrasto con alcuni articoli della Costituzione e avrebbe ricadute negative sul principio di indipendenza della magistratura. È la posizione ribadita dall’Associazione nazionale magistrati in un documento approvato dal comitato direttivo centrale. «Sovraordinare al Csm un organo come l’Alta Corte, con composizione a maggioranza non togata, significherebbe sottrarre allo stesso Csm il governo autonomo della magistratura, con inevitabile stravolgimento dell’assetto costituzionale dell’ordine giudiziario - denuncia l’Anm - L’obiettivo dichiarato di restituire credibilità al Csm colpito ultimamente da gravi scandali non sarebbe certamente raggiunto dall’istituzione dell’Alta Corte che al contrario, in quanto giurisdizione speciale, potrebbe alterare gli attuali equilibri costituzionali». L’Anm, si legge nel documento,  «auspica che il Legislatore costituzionale tenga conto di questi rilievi, evitando un intervento di riforma che finirebbe per alterare l’equilibrio voluto dai costituenti e potrebbe compromettere in questo momento la concessione dei fondi del Pnrr, condizionati all’indipendenza della magistratura».