È morta insieme al suo bimbo la donna incinta fotografata all'ospedale pediatrico di Mariupol colpito dai bombardamenti russi. La donna, la cui immagine aveva fatto il giro del mondo come emblema dell’orrore della guerra in corso in Ucraina, era stata portata in barella in un altro ospedale dopo che quello dove si trovava era stato bombardato dai russi. Il chirurgo Timur Marin ha riferito di aver trovato la giovane con gravi ferite al bacino e all’anca; ha praticato un cesareo d’urgenza ma il neonato è nato morto. Secondo i medici citati dal Telegraph, quando la donna ha capito che l’aveva perso ha urlato: «Uccidetemi ora!». «Oltre 30 minuti di tentativi di rianimarla non hanno funzionato, entrambi sono morti», ha dichiarato il chirurgo.

I fatti del 9 marzo

Secondo le autorità locali citate da Ukrinform, dove si possono vedere anche immagini dell’edificio, le truppe russe hanno bombardato «di proposito» l’ospedale pediatrico di Mariupol. «La distruzione è colossale - spiegava il consiglio comunale di Mariupol - stiamo verificando le informazioni relative a eventuali vittime fra i bambini». «Mariupol. Attacco diretto delle truppe russe all’ospedale di maternità. Gente, bambini sono sotto le macerie. Atrocità», aveva scritto il leader ucraino Zelensky dopo l'attacco, esortando la comunità internazionale ad imporre una no fly zone sui cieli dell’Ucraina. Anche la Bbc riportava l’attacco all’ospedale pediatrico della città portuale, che per Mosca era base dei nazionalisti del Battaglione di Azov, citando le autorità militari locali secondo cui «le forze russe hanno sganciato diverse bombe» provocando «una distruzione colossale». «Per quanto tempo il mondo sarà complice nell’ignorare l’orrore ?», si chiede Zelensky. «Chiudete il cielo subito. Fermate le uccisioni. Avete il potere ma sembra che stiate perdendo l’umanità», ha dichiarato il presidente ucraino.

L'accusa di Zelensky alla Russia

Del bombardamento russo sull’ospedale pediatrico di Mariupol «ne hanno parlato nei talk show in Russia ma non hanno detto una parola vera. Hanno detto ai russi che nell ospedale pediatrico non c’erano bambini, e che nella clinica ostetrica non c’erano donne incinte o che hanno appena partorito. Hanno detto che lì c’era la base dei nazionalisti, come al solito loro mentono spudoratamente», ha dichiarato il giorno seguente in un video su Telegram il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ricordando che nel bombardamento ci sono stati 3 morti e 17 feriti tra di loro bambini, donne e medici. «Tutti sappiamo che i crimini di guerra sono sempre sostenuti da propaganda», sottolinea Zelensky che chiede di fare in modo che vengano «confiscati tutti i beni dei propagandisti in qualsiasi posto: voi amate la vita bella, vi piacciono i paesi benestanti. Ora tutto questo finirà. Ciascuno di voi risponderà in concorso per crimini di guerra. Poi vi odieranno i cittadini russi ai quali avete mentito per anni».