Nuove ombre sul cardinale Angelo Becciu, licenziato dal Papa e dimessosi dai diritti del cardinalato. Sui alcuni quotidiani di oggi emergono nuovi inquietanti scenari. Parlano di sospetti collegati alla vicenda processuale legata al cardinale australiano George Pell, ex prefetto della segreteria per l'Economia, accusato di abusi sessuali su minori, incarcerato e poi assolto. Ebbene, come scrive il Messaggero, sotto la lente degli inquirenti vaticani anche l'ipotesi che il processo per pedofilia in Australia a Pell sia stato organizzato per fare fuori il prefetto australiano che voleva riordinare i conti della Chiesa. Il Corriere della Sera parla dell'ipotesi al vaglio degli inquirenti vaticani, e cioè che i 700 mila euro inviati in Australia attraverso alcuni bonifici frazionati potrebbero essere stati utilizzati per "comprare" gli accusatori nel processo per pedofilia contro il cardinale 'rivale' Pell. Le verifiche - scrive il Corsera - riguardano le movimentazioni disposte da monsignor Angelo Becciu" e "si allargano ai dipendenti della Segreteria, ma soprattutto ai faccendieri accusati di avere portato a termine 'una manovra ben pianificata per realizzare una ingente depredazione di risorse finanziarie della Segreteria di Stato che non ha eguali'". Anche il Giornale da' conto di un impietoso scenario legato al processo per pedofilia a Pell: "Un fiume di denaro" che sarebbe "partito dal Vaticano per raggiungere, attraverso altri giri di conti correnti, l'Australia, per neutralizzare il card. Pell e costruire accuse contro di lui ben circostanziate, costringendolo a va lasciare l'incarico di Prefetto della Segreteria per l'Economia". Accuse, è sempre bene ripeterlo, che necessitano ancora degli opportuni riscontri.

La smentita di Becciu

In relazione a quanto diffuso da alcuni organi di informazione, smentisco in modo categorico qualunque mia interferenza nel processo nei confronti del cardinale Pell'. Così il cardinale Angelo Becciu in una dichiarazione diffusa dal suo legale, l'avvocato Fabio Viglione, dopo le indiscrezioni uscite oggi su alcuni quotidiani e relative all'ipotesi, che sarebbe al vaglio degli inquirenti vaticani, secondo la quale l'ex numero due della Segreteria di Stato vaticana avrebbe disposto bonifici per 700mila euro inviati in Australia per "comprare" gli accusatori dell'ex prefetto della Segreteria per l'Economia nel processo per pedofilia nel quale Pell è poi stato assolto. Accuse che Becciu, dunque, smentisce con decisione.