Venerdì 27 marzo si è svolta la prima videoconferenza in cui il Consiglio Nazionale Forense ha interloquito virtualmente con i presidenti delle Unioni forensi dei territori più colpiti dall'epidemia di Coronavirus: Piemonte, Lombardia, Triveneto, Emilia-Romagna e Marche. A questo primo incontro virtuale, la prossima settimana, seguiranno altre sessioni di ascolto da parte del Cnf anche delle altre Unioni italiane, in modo da avere una mappa della situazione sul territorio e delle necessità dei colleghi. La prima richiesta manifestata dalle Unioni è stata quella che il Cnf si faccia portavoce delle istanze dei liberi professionisti presso il governo, perchè vengano inclusi nelle misure a tutela del lavoro. Tali richieste sono già state avanzate dal Cnf, che sta monitorando attentamente le prossime iniziative dell'Esecutivo. I presidenti hanno fatto presente anche la confusione in cui versano i colleghi ma anche i cittadini, rispetto alla moltitudine di norme e decreti emanati dal governo, primo tra tutti quello che disciplina le chiusure. In particolare per gli avvocati piemontesi e lombardi, infatti, le rispettive Regioni hanno emesso una ordinanza che imponeva la chiusura degli studi professionali, nonostante la previsione non fosse contenuta nel dpcm del governo Conte. Dai territori, dunque, è arrivata la richiesta di tentare di mettere ordine tra i vari provvedimenti, in modo da poter dare indicazioni precise a colleghi e clienti, pur nella complessità del momento storico. Inoltre, le Unioni hanno manifestato la necessità che il Cnf sia sempre più di supporto alle iniziative prese dai singoli ordini e che si faccia carico anche di vigilare sulle situazioni nei fori, a partire dai protocolli istituiti con i vertici dei tribunali. Infine, i presidenti hanno fatto presente come - nei loro fori che sono stati i più colpiti dalla pandemia - siano in corso fenomeni di "sciacallaggio" e di accaparramento illegittimo di clientela, contravvenendo alle regole deontologiche. Anche su questo è stata richiesta particolare attenzione, per prevenire o interrompere prassi scorrette di chi tenta di lucrare sulla tragica emergenza in corso.