Continua il calvario dei braccianti stranieri della ex “La Felandina”, la struttura che, come ricordato da Il Dubbio, è abbandonata fatta di prefabbricati a 30 km da Matera, in Basilicata. Interviene anche il sindacato della Cisl Basilicata che rilancia lo sportello Sos Caporalato promosso dal sindacato al livello nazionale per assistere i braccianti agricoli. Alla fine lo sgombero c’è stato e le centinaia di braccianti agricoli si trovano per strada. Sgomberato soprattutto dopo l’incendio costato la vita a Eris Petty Stone, nigeriana di 28 anni, morta lo scorso 7 agosto.

“La situazione è davvero problematica perché le sistemazioni alternative che sono state promesse per dare ospitalità ai braccianti sgomberati in realtà non esistono o sono del tutto insufficienti”, denuncia il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo. “Diverse centinaia di braccianti stranieri sono passati dal ghetto alla strada. È una situazione indegna di un paese che si definisce civile. L’intera filiera agricola del metapontino – continua Cavallo – si regge sul lavoro di queste persone e senza una soluzione di accoglienza strutturale il comparto rischiare di finire in ginocchio”. Il segretario della Fai Cisl lancia pertanto un appello al governo regionale “affinché adotti una misura straordinaria di protezione civile per individuare e attrezzare con la massima urgenza uno o più siti in grado di dare una ospitalità dignitosa a questi lavoratori”.

Ma chiuso un ghetto, inevitabilmente se ne sta formando un altro. Una ex stazione ferroviaria e le campagne attigue si stanno già riempendo di materassi e biciclette. All'indomani dello sgombero del ghetto delle Felandine avvenuto a fine agosto, da più parti si chiede alle istituzioni di farsi carico del destino dei lavoratori extracomunitari. Il ' forum Terre di dignità', infatti, aveva fatto presente ai rappresentanti delle istituzioni in un incontro in Prefettura della necessità dei lavoratori di non allontanarsi troppo dal territorio della Felandina, perché impegnati nei lavori di raccolta stagionale della frutta.

Un allontanamento eccessivo dalla zona, con l'impossibilità ad avere mezzi di trasporto per raggiungere i campi, rappresenterebbe un ostacolo insormontabile per molti dei migranti presenti nei capannoni della Felandina, con il conseguente rischio di doversi ritrovare dinanzi alla creazione di un altro ' ghetto', come di fatto sta avvenendo. Perplessità esposte anche dal consigliere regionale del Pd Roberto Cifarelli il quale parla di spostamento del problema, non della soluzione. Il pensiero di Cifarelli è Chiaro: la mancanza di una alternativa per i lavoratori agricoli extracomunitari offerta dalle istituzioni, porterà a nuove situazioni di disagio e a nuove emergenze.

Infatti, i braccianti per non allontanarsi dall'area di lavoro, non sono scomparsi per magia, ma si sistemano sempre in maniera abusiva nell'area del metapontino, distribuendosi sul territorio e creando nuovi alloggi di fortuna che li costringono a vivere in condizioni igienico- sanitari disumane, con situazioni di pericolo incombente.

Ora come ministro dell’agricoltura c’è Teresa Bellanova con un curriculum di tutto rispetto, la quale in Puglia, nella sua Regione, ha in seguito maturato un'ampia esperienza nel sindacato dei braccianti, conoscendo da vicino proprio la piaga del caporalato e dello sfruttamento.