Le detenute anarchiche. Dopo 31 giorni di sciopero della fame, le tre donne anarchiche recluse in alta sorveglianza hanno deciso di riprendere a mangiare.

Parliamo di Anna Beniamino e Silvia Ruggeri, imputate per reati di matrice anarchico insurrezionalista, rinchiuse nel carcere ' Le Costarelle' di Preturo ( L'Aquila).

La protesta della Savio

Con loro si era aggiunta anche Natascia Savio, la quale è stata arrestata il 21 maggio in Francia e tradotta nel carcere di Bordeaux.

Dopodiché viene estradata in Italia, di passaggio nel carcere di Rebibbia, per poi essere trasferita nella sezione As2 de L’Aquila.

Nel frattempo Silvia, per l’udienza tenutasi ieri al tribunale di Torino, è stata trasferita al carcere delle Vallette.

Ed è lì che ha iniziato nuovamente a cibarsi.

Nonostante l'isolamento impostole nel carcere torinese, si sente sollevata rispetto al controllo ossessivo che riceve a l’Aquila.

Condizioni migliori

A differenza di prima, ha una radio con sé e così ha la possibilità di sintonizzarsi sulle frequenze che vuole.

Ricordiamo, infatti, che il motivo del loro sciopero è rivolto alle fortissime restrizioni, in alcuni casi superiori al 41 bis, che sono costrette a subire nell’a As2 de L’Aquila.

Le restrizioni

Tra le varie restrizioni denunciate, una è la forte presenza di controllo, molto invasiva.

Una presenza fissa di due agenti anche quando si svolgono i colloqui con medico, infermiere o educatore.

Vengono effettuate 15- 16 perquisizioni con metaldetector ogni giorno, ossia ogni qualvolta escono e rientrano in cella, anche nei casi in cui non c’è alcun contatto con le altre ristrette.

Succede quando varcano di mezzo passo il cancello della cella per prelevare il vitto dal carrello alla presenza di due/ tre agenti o quando, con le medesime modalità, vengono accompagnate in doccia.

E a tal proposito, l’accesso in doccia è consentito solo ad orario predeterminato, il quale combacia con la prima ora d’aria della mattina.

Le detenute sono così costrette a scegliere se fare l’ora d’ aria o la doccia, non essendo consentito accedere all’aria 20 minuti dopo l’orario previsto.

Il garante dei diritti dei detenuti

A felicitarsi dello stop allo sciopero della fame è Giulio Petrilli, candidato a garante dei diritti dei detenuti della regione Abruzzo.

Lui stesso ha scontato nel passato sei anni di carcere di massima sicurezza prima dell’assoluzione della Cassazione dall’accusa di essere tra gli organizzatori della banda armata Prima Linea '.

Cattive frequentazioni da me avute' e che nei mesi scorsi si è rivolto al Parlamento Europeo in quanto ' vittima di una detenzione ingiusta'.

«Felice della notizia, in quanto seguitare lo sciopero della fame metteva a repentaglio la loro vita - dichiara Petrilli -».

Hanno con questa loro protesta evidenziato la durezza dell'isolamento totale e della detenzione estrema.

Poi quella sezione femminile che io ho visitato tante volte anche con Pannella è realmente unica, sembrava di entrare dentro un caveau sotterraneo di una banca. Non si può concepire la detenzione in luoghi simili. Anche in carcere devono essere rispettati i diritti umani».

La visita a l'Aquila

Ricordiamo che nei giorni scorsi il Garante nazionale ha deciso di visitare la sezione femminile di alta sicurezza 2 dell'Aquila, «a seguito di una segnalazione proveniente da alcuni legali di persone detenute che si trovano in sciopero della fame».

La delegazione del Garante nazionale, guidata dal presidente Mauro Palma, ha avuto modo di parlare con le donne, di consultare la relativa documentazione e di verificare le modalità con cui la protesta viene seguita dall’Amministrazione del carcere.

Il Garante ha redatto delle raccomandazioni che saranno inviate al Dap e al ministero della Giustizia. Tra un mese potremo sapere quali indicazioni sono state date.