Si riaprono le porte della giustizia sportiva per i magistrati. Le toghe potranno tornare a breve a ricoprire incarichi presso i vari organismi della giustizia dello sport. Lo ha deciso questa settimana il Consiglio superiore della magistratura, mandando in archivio la propria delibera del 15 giugno 2006 con cui veniva disposta l’immediata cessazione di tutti gli incarichi sportivi conferiti ai magistrati dal Coni e dalle varie Federazioni affiliate. L’onda lunga di Calciopoli, lo scandalo che colpì il calcio italiano proprio in quell’anno, è stata dunque smaltita. Luciano Moggi non c’è più e tutto può quindi ricominciare come prima. Nelle motivazioni con cui il Csm aveva all’epoca fatto rientrare in servizio, dalla sera alla mattina, i magistrati prestati agli organi della giustizia sportiva si poteva infatti leggere che a “seguito delle gravi vicende emerse nel settore del gioco del calcio, si è accentuata l’urgenza di adottare una disciplina che eviti il pericolo di appannamento dell’immagine dei valori di indipendenza ed imparzialità, con rifermento sia ai singoli magistrati beneficiari di incarichi sportivi, sia all’ordine giudiziario nel suo complesso”.

Era pertanto “inopportuna”, proseguiva il Csm, la presenza dei magistrati negli organi di giustizia sportiva, tenuto conto della particolare “sensibilità istituzionale”.

Oltre al rischio di compromettere il prestigio ed il decoro della magistratura, il Csm faceva poi presente che “le Federazioni sportive, pur esercitando attività di diritto privato ed attività autoritative di diritto pubblico, hanno natura di diritto privato e sono soggette alla disciplina del codice civile”. Da ciò conseguiva che “gli incarichi conferiti da privati, anche quando siano previste forme di finanziamento o partecipazione pubblica, non sono autorizzabili”.

L’immediato rientro dei magistrati non creò comunque grandi problemi alla giustizia sportiva. A dirlo era stato sempre il Csm. “Presso gli organi della giustizia sportiva - scrissero a Palazzo dei Marescialli operano già tanti giudici sportivi che non sono magistrati ordinari e che potranno sostituire quest’ultimi in tempi brevissimi, in considerazione della procedura di nomina estremamente agile previste dai vari statuti di tale giustizia”.

Spetterà ora al Csm, messe definitivamente da parte le preoccupazioni di dieci anni fa, indicare al Coni o alle varie Federazioni una rosa di magistrati “sportivi” idonei a ricoprire tali incarichi.