Dopo il suicidio del suo titolare, perseguitato da un’interdittiva antimafia emessa dopo aver aiutato lo Stato ad arrestare un gruppo di mafiosi di Gela che taglieggiava gli imprenditori locali, la Cosiam è stata iscritta nell’anagrafe antimafia, tornando ufficialmente sul mercato ad un passo dal fallimento. È una vittoria agrodolce quella della famiglia Greco, che lo scorso febbraio ha subito il trauma del suicidio del capofamiglia, Riccardo. A circa un mese dal suicidio, l’impresa è stata inserita nella “White list” per gli appalti della ricostruzione dopo il sisma del centro Italia. Una battaglia vinta dai figli di Riccardo, Francesco, Paola e Andrea, che hanno lottato per l’annullamento delle due interdittive, conseguenza del processo nato dalla denuncia di Riccardo Greco contro il racket di Stidda e Cosa Nostra. L’imprenditore, 15 anni fa, aveva denunciato i suoi aguzzini, i mafiosi che gli chiedevano il pizzo, facendoli condannare. Ma proprio quel “rapporto” con i mafiosi è diventato, tre lustri dopo, il prezzo da pagare allo Stato per aver deciso di aiutare lo Stato stesso. Con una motivazione assurda: «Nel corso degli anni ha avuto atteggiamenti di supina condiscendenza nei confronti di esponenti di spicco della criminalità organizzata gelese», recita l’informativa della ' Struttura di missione antimafia sisma'. Le persone finite in tribunale per merito di Greco, infatti, lo avevano descritto non come una vittima, ma come uno che si era avvalso della protezione e degli appoggi dei capi di Cosa Nostra.

Elementi trasmessi dal tribunale alla procura di Caltanissetta, ma definiti anche dalla Cassazione un espediente difensivo manifestamente infondato. A Caltanissetta Greco era stato assolto e il processo si trovava ora in appello, ma l’interdittiva ha fatto perdere le speranze all’imprenditore, che deciso a salvare la propria famiglia ha scelto di farla finita. «Mio padre è stato ucciso da una giustizia ingiusta e superficiale perché nessuno ha mai letto i nostri ricorsi - ha più volte dichiarato il figlio Francesco . Se non sei nella white list non lavori più. E questo era quello che era accaduto alla Cosiam, oltre 40 dipendenti che rischiavano di perdere il lavoro per sempre».

Ora è arrivata la giustizia, dolorosa e parziale. «è un primo passo - ha dichiarato a Today24 - ma la strada è ancora lunga e noi non abbiamo alcuna intenzione di fermarci». SI. MU.