«La Francia deve tracciare nuove linee rosse», il presidente Emanuel Macron, invitato mercoledì sera all’annuale incontro del Consiglio di rappresentanza degli organismi ebraici, ha voluto dare un segnale forte contro il risorgere dell’antisemitismo e la propaganda di organizzazioni neofasciste nel paese transalpino. Durante il suo discorso Macron ha annunciato alcuni provvedimenti significativi: lo scioglimento di alcuni gruppi tra cui Bastion Social, Comabt 18 e Hexagon. Inoltre ha anche preannunciato un progetto di legge per il mese di maggio che riguarderà il proliferare dell’odio in rete.

Le decisioni di Macron arrivano mentre in Francia sono stati registrati diversi episodi di antisemitismo che hanno alzato la tensione e la preoccupazione. Dall’aggressione contro il filosofo Alain Finkielkraut, ad opera di un gruppo di Gilet Jaunes, fino alla profanazione di sette tombe nel cimitero ebraico di Quatzenheim. A destare allarme è poi la constatazione del clima che si respira certificato da un sondaggio, pubblicato a febbraio dalla Fondazione Jean Jaures, nel quale il 22% dei francesi pensa che esista un complotto sionista a livello globale. Una situazione tale che dall’Eliseo è stato lanciato un dibattito per equiparare antisionismo all’antisemitismo. Per Macron ciò non significherebbe eliminare la possibilità di critica dello Stato di Israele.

«Abbiamo condannato, approvato leggi ma non abbiamo agito in modo efficace» ha detto Macron. Ecco allora l’azione contro i gruppi di matrice nazi- fascista. Primo fra tutti Bastion Social, organizzazione nata a Lione nel 2017 con sedi aperte anche in altre città. L’ispirazione politica arriva direttamente dall’Italia e precisamente da Casa Pound da cui Bastion Social ha mutuato ideologia e pratica. Innanzitutto il nazionalismo espresso attraverso la “preferenza nazionale” e contro l’immigrazione. Il gruppo, guidato da Steven Bissuel, infatti fornisce assistenza ai poveri ma solo se francesi. Diversi suoi membri sono stati già condannati per aggressioni contro immigrati e militanti antifascisti. Altro capitolo affrontato da Macron è stato quello relativo al cosiddetto “antisemitismo virtuale', il fiume di odio che viaggia su Internet, in particolare sulle piattaforme social come Facebook e Twitter. Ed è stato proprio verso quest’ultimo che il presidente francese ha rivolto la sua attenzione accusandolo di impiegare troppo tempo per rimuovere contenuti discriminatori. In questo senso, oltre ad un’azione a livello europeo, Macron ha parlato di un progetto di legge francese che individui una responsabilità giuridica dei social.