Una quindicina d’anni fa al New York Times fu proposto uno scoop. Carte e fotografie nelle quali si sosteneva che nella prigione irachena di Abu Ghraib l’esercito americano avesse praticato sui detenuti un numero incredibile di torture e sopraffazioni, violando ogni legge nazionale e internazionale. Il NYT verificò, non trovò riscontri, respinse. Poi lo scoop lo fecero la Cbs e il New Yorker, e fu raccolto da tutti i giornali del mondo, sollevando un’ondata di indignazione contro la ferocia dei soldati occupanti. Ci vollero diversi anni per scrollarsi di dosso quella roba. La popolarità di George W. Bush non si riprese mai più.

Il New York Times nei giorni scorsi è stato meno rigoroso sullo scoop- Argento.

Non ha trovato riscontri ma neppure smentite e ha pubblicato: Asia Argento nel 2013 ha fatto sesso con un ragazzo di diciassette anni e mezzo ( cioè con un minorenne) e poi, per mettere a tacere lo scandalo, ha comprato il silenzio del malcapitato con 380 mila dollari.

Asia Argento ieri è stata sommersa di fango dalla maggior parte dei giornali italiani, felici di cavalcare lo scandalo che viene da oltreoceano. Soprattutto perché è stata proprio lei, Asia, qui in Italia, a guidare la protesta me- too, quella delle donne contro i maschi potenti e ricattatori sessuali, a partire dal produttore Winstein. Titoli a tutta prima pagina. Di questo tenore: « Asia Argento grottesca, la molestata molesta un minore”.

Tutti i commenti, naturalmente, mettono in parallelo questo scandalo scoperto dal NYT con lo scandalo che ha messo in difficoltà il produttore Winstein, accusato da molte donne - in primo luogo da lei, Asia - di aver chiesto sesso in cambio di carriera.

Sempre ieri, in serata, Asia Argento ha diffuso una nota per la stampa, nella quale respinge tutte le accuse, accusa a sua volta il NYT di falso, e presenta la sua versione dei fatti. Dice di non aver mai fatto sesso con il giovane ex attore ( Jimmy Bennett), mai, e di avergli dato dei soldi ( parecchi) su pressioni del suo compagno ( il celebre chef Anthony Bourdain, morto suicida qualche mese fa) per aiutarlo, viste le sue difficili condizioni economiche. Non si capisce bene, dalla nota di Asia Argento, se il finanziamento sia stato, per così dire, spontaneo e filantropico ( Bourdain era molto, molto ricco) o se invece ci sia stato qualche ricatto: a quanto sembra, comunque, se c’è stato un ricatto non era dovuto alla relazione sessuale tra Asia e il giovane Jimmy.

Probabilmente non sapremo mai la verità. Sappiamo però che questo scoop ha azzerato in poche ore tutti gli effetti di mee- too. Che erano stati larghissimi: sull’opinione pubblica, sugli intellettuali, sull’establishment.

E poi siamo sicuri di altre due cose. La prima è questa: sapere se Asia ha fatto o no l’amore col giovane Jimmy è fatto di interesse pari a zero, più o meno. Jimmy non era un bambino, era un giovane attore di diciassette anni e mezzo, era consenziente, non era ricattato, non era costretto. E’ molto probabile che sia vero quello che dice Asia Argento, e cioè che il rapporto sessuale non c’è mai stato. Anche se ci fosse stato non sarebbe una cosa clamorosa né un delitto atroce. E’ illegale? Vedrà eventualmente il tribunale della California. Al quale, però, non risulta nulla.

La seconda cosa che sappiamo - e che già sapevamo - è che la campagna di me- too assunse, da un certo momento in poi, un tono di caccia alle streghe un po’ preoccupante. Una cosa è denunciare il modo nel quale una parte dell’umanità maschile usa il suo potere e opprime le donne, e le ricatta sessualmente, e le molesta e le violenta. E questa è una azione sacrosanta e necessaria, perché l’oppressione maschile, in tutti gli strati della società, è ancora molto forte e molto infame.

Un’altra cosa è immaginare che un buon fine giustifichi qualunque mezzo. Perché allora una lotta si trasforma in una campagna giustiziera, e se c’è un sospetto piccolo così è bene bruciare le case, le suppellettili e tutte le persone che ci sono dentro. Questo non va bene, non è mai andato bene. Di solito sono le donne che ci vanno di mezzo nella caccia alle streghe, stavolta invece sono stati gli uomini. Fino a un certo punto. Poi, zac, e l’arma di rovescia e punta contro chi l’impugna. E la donna torna vittima. Anche ad Asia è successo così. Su questo il movimento me- too forse, dovrebbe un po’ riflettere. I modi e le passioni del giustiziere non portano mai giustizia: portano sempre nuova oppressione e fanno strame della libertà.

Dopodiché torniamo al New York Times. E’ il più importante è il più serio giornale del mondo. Eppure ormai anche al New York Times si fa giornalismo in questo modo. Spiando la vita personale della gente e gettandola in pasto al pubblico, così, per qualche spicciolo, qualche copia, un pochino di rumore. Il gossip elevato ad arte dell’informazione. Il gossip come apiuce della cultura. Senza neanche preoccuparsi tanto di verificare, di controllare, di essere sicuri. Oggi, a quel che sappiamo, è molto improbabile che Asia Argento abbia fatto sesso con Jimmy Bennett, come ha scritto il NYT. E’ o non è un incidente clamoroso se le cose stanno così? No, non lo è. Lo sarebbe stato 15 anni fa, oggi l’opinione pubblica perdona, perché non è affamata di verità, di certezze ( di informazione) ma vuole scandali che travolgano, e puniscano, i potenti e i ricchi o anche semplicemente i famosi. Magari è anche normale che sia così. E’ inquietante che persino i colossi dell’informazione, come il NYT, si pieghino, accettino questo gioco. Dimostrando quanto è vero quello che recentemente ha detto Mattarella, citando Alessandro Manzoni: «Erano tempi nei quali il buon senso si nascondeva, perchè aveva paura del senso comune».

Quali tempi? Beh, questi.