Prosegue l’iter in commissione Giustizia al Senato del ddl Falanga, che disciplina le elezioni dei consigli dell’ordine degli avvocati. Dopo l’assegnazione del disegno di legge in sede deliberante ( mercoledì scorso è arrivato il parere favorevole del Governo), ora la commissione può accelerare con l’approvazione, forte anche del voto unanime sulla richiesta della procedura legislativa di approvazione in commissione. «E’ atteso per domani ( oggi per chi legge ndr) il parere non ostativo della commissione Bilancio, poi approveremo il testo per intero in sede deliberante e non è stato presentato alcun emendamento», ha detto il primo firmatario del ddl, il senatore di Ala Ciro Falanga. Oggi, quindi, la commissione Giustizia dovrebbe dare il definitivo via libera alla legge, che potrebbe dunque essere licenziato da Palazzo Madama prima di Pasqua, per poi passare all’esame della Camera.

Il ddl prevede che ciascun elettore possa esprimere un numero di voti non superiore ai due terzi dei consiglieri da eleggere. Quanto all’elettorato passivo, i consiglieri non possono essere eletti per più di due mandati la ricandidatura è possibile quando sia trascorso un numero di anni uguale agli anni nei quali si è svolto il precedente mandato.

La legge, una volta approvata, diventerà tassello essenziale per rimettere ordine negli organismi di rappresentanza territoriale dell’Avvocatura, dopo le sentenze con cui la Cassazione, a inizio febbraio, aveva dichiarato illegittimo il voto nei Fori di Bari e Latina. Sul vecchio regolamento si era già pronunciato negativamente il Tar del Lazio: da questo doppio passaggio era venuta la decisione del Senato di riordinare la materia non più con una norma di secondo livello ma con una legge vera e propria. «È auspicabile a questo punto che anche Montecitorio adotti la sede deliberante in commissione Giustizia», ha commentato il presidente del Cnf, Andrea Mascherin. «Era importante definire la materia in modo chiaro e con regole certe. Va apprezzato l’impegno dei senatori e l’attenzione del presidente D’Ascola, confidiamo che i deputati mostrino la stessa disponibilità». La speranza, infatti, è che anche l’esame a Montecitorio proceda nel modo più rapido possibile nell’esame in commissione, in modo da garantire l’approvazione definitiva del ddl in tempi rapidi.