È stata una botta durissima inutile girarci intorno, magari non nelle proporzioni che molti organi d'informazione vanno sbandierando col il consueto allarmismo ansiogeno, ma la sconfitta dei cristiano democratici in Meclemburgo-Pomerania è senza appello e chiama direttamente in causa la Cancelliera Angela Merkel. E non solo perché si tratta della sua circoscrizione elettorale. Il suo partito è stato infatti sorpassato dai redivivi socialdemocratici (Spd) ma anche e soprattutto dalla giovane formazione populista Afd, guidata dall'emergente Frauke Petry. Un voto che si è giocato sulla questione dei rifugiati, agitata ad arte dalla Afd e dalla sua propaganda xenofoba. Eppure Merkel, che ammette la batosta senza appello definendosi «profondamente insoddisfatta» del voto regionale e assumendosi la responsabilità del rovescio, promette di non cedere alle sirene populiste e di mantenere dritta la barra dell'accoglienza dei rifugiati stranieri. Parlando al termine del G20 in Cina, la cancelliera ha difeso la sua politica delle porte aperte verso i migranti, alla base della sconfitta, ribadendo che «le decisioni prese negli ultimi mesi sono giuste». Ma, «naturalmente» la sconfitta di ieri «ha a che fare con la politica dei rifugiati, dunque sono io responsabile. Io sono la leader del partito, io sono la cancelliera, agli occhi della gente non si possono separare queste cose, quindi, naturalmente, sono anche responsabile - ha insistito la Merkel, parlando con i giornalisti, Comunque, credo che le decisioni che abbiamo preso siano giuste e dobbiamo continuare a lavorare». Inoltre Merkel ha detto di «aver preso nota del fatto che molte persone al momento non hanno fiducia sufficiente nella nostra capacità di risolvere questi problemi, anche se abbiamo fatto un gran lavoro per quanto riguarda il numero di rifugiati che arrivano e la prospettiva di preparare l'integrazione e sostenere le municipalità». Pur riconoscendo la disfatta delle urne, Merkel ci tiene a separare il suo destino dal voto di domenica: «Un'elezione regionale non c'entra con la mia candidatura». In ogni caso sarà il congresso della Cdu di dicembre a decidere il tutto, decisione scontata visto che nnon sono ancora emerse candidature alternative alla sua nonostante nel partito inizino a uscire fuori i primi malumori e le prime richieste di cambiamento delle politiche migratorie dell'esecutivo. Merkel non si è espressa solo sul tema dei migranti, affrontando anche le questioni economiche e di «coesione sociale», che secondo la cancelliera rappresentano la vera sfida del suo governo per il prossimo futuro.