Annullamento della sentenza di secondo grado ai fini della determinazione della pena per il reato di omicidio colposo plurimo e ai fini del bilanciamento delle circostanze attenuanti generiche. È la richiesta avanzata dal sostituto procuratore generale, Paola Filippi, nel processo ai sei manager della Thyssen per il rogo che nel dicembre del 2007 provocò la morte di sette operai dello stabilimento di Torino. La richiesta avanzata dalla rappresentante della pubblica accusa ha provocato le proteste dei familiari delle vittime che hanno abbandonato l'Aula della quarta sezione penale della Corte di Cassazione e gridato più volte "venduti, bastardi". "La Procura generale vuole un altro processo per consentire agli imputati di beneficiare di ulteriori sconti di pena - si è sfogata in lacrime la moglie di una delle vittime -. Tutto questo è una buffonata. Non si può più andare avanti così. Nemmeno una parola è stata riservata agli operai che hanno perso la vita in quell'incendio. Tutto questo è scandaloso".La quarta sezione penale della Corte di Cassazione (presidente Fausto Izzo), deciderà oggi se confermare o meno le condanne ai sei imputati del processo per il rogo del 6 dicembre del 2007 nello stabilimento della Thyssen di Torino che provocò la morte di sette operai. È la seconda volta che il procedimento sulla Thyssen approda in Cassazione che in precedenza aveva ordinato alla Corte d'Appello di Torino di ricalcolare il trattamento sanzionatorio. E gli imputati, alla fine del secondo grado bis del 29 maggio 2015, avevano beneficiato di alcuni sconti di pena. "Una decisione che rinnova l'atroce dolore delle famiglie e suscita irritazione e amarezza". Lo ha detto il sindaco di Torino, Piero Fassino, commentando la richiesta avanzata dal pg della Cassazione di ridefinire in un nuovo processo d'appello le pene per il processo Thyssen. "Come sindaco di una città profondamente ferita da quella tragedia - ha aggiunto Fassino - chiedo che non si rinunci a rendere giustizia a chi ha visto morire in modo così atroce i propri cari".LE PRECEDENTI CONDANNEL'amministratore delegato di Thyssen, Harald Espenhahn era stato condannato a nove anni e otto mesi, con una riduzione di due mesi; i dirigenti Marco Pucci e Gerald Priegnitz a sei anni e dieci mesi (rispetto ai sette anni nel primo giudizio d'appello), Daniele Moroni a sette anni e sei mesi (dai nove anni iniziali), l'ex direttore dello stabilimento, Raffaele Salerno, a sette anni e sei mesi (due mesi in meno, sei anni e otto mesi per il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri (otto anni). L'imputazione originaria, formulata dal pm Raffaele Guariniello, era quella di omicidio volontario con dolo eventuale. Si è poi arrivati all'accusa di omicidio colposo aggravato e violazione della normativa in materia di sicurezza. Nell'incendio persero la vita gli operai Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino e Antonio Schiavone. Nell'aula, dove il collegio della Suprema Corte sta discutendo altre cause pubbliche prima di dedicarsi a questa vicenda, sono presenti numerosi parenti delle vittime: alcune indossano le magliette che ritraggono i volti di chi ha perso la vita nel rogo. Presente tra gli imputati anche Moroni.