Osservare e comprendere i fenomeni. Sono i capisaldi del Servizio analisi criminale presso la Direzione centrale della Polizia criminale, diretto da Stefano Delfini. Il dirigente della Polizia di Stato ha illustrato nei giorni scorsi l’indagine dal titolo “La criminalità tra realtà e percezione”, realizzata con Eurispes. «Il rapporto elaborato con Eurispes – dice al Dubbio Stefano Delfini - evidenzia come la criminalità e l’azione di contrasto messa in campo dalle forze di polizia sono percepiti dai cittadini e come questa percezione muta nel tempo per livello culturale, aree geografiche, sesso e fasce d’età. Focalizzare tutto ciò ci aiuterà nelle nostre quotidiane attività di analisi e di supporto all'autorità nazionale di pubblica sicurezza». Delfini si sofferma su un aspetto ben preciso: la percezione della sicurezza. «Condiziona – afferma - i comportamenti dei cittadini e le forze di polizia devono poterne tener conto. Il rapporto evidenzia che viviamo in un paese sostanzialmente sicuro: negli ultimi anni i cittadini italiani percepiscono le città in cui vivono come più sicure rispetto al passato. L’indagine demoscopica ha evidenziato un decremento dei cittadini che valutano poco sicura la città-località in cui vivono, in favore di quanti la giudicano abbastanza sicura e aumentano, seppur di poco, anche gli intervistati che rispondono di vivere in un luogo molto sicuro».

Dottor Delfini, il rapporto realizzato con l’Eurispes, offre un quadro chiaro su quanto accade in Italia. È stata avviata una collaborazione che unisce competenze diverse?

In primo luogo vorrei ricordare che il rapporto si inquadra nell’ambito di una collaborazione che è stata formalmente sancita con la stipula di un protocollo di intesa. L'accordo prevede lo scambio di conoscenze e di dati e ha il fine di analizzare fenomeni criminali anche nell’ottica di cogliere i segnali di cambiamenti della nostra società. In particolare, lo studio pone a confronto i dati della delittuosità riferiti agli ultimi anni e la percezione della sicurezza rilevata in un campione rappresentativo. Il rapporto offre quindi un quadro oggettivo in quanto si basa sui dati statisticamente rilevati relativi agli indici di delittuosità. In tal senso sono stati valorizzati gli elementi informativi contenuti nella banca dati delle Forze di polizia e tutto il patrimonio informativo in possesso del Servizio analisi criminale che cura quotidianamente l’aggiornamento di raccolte informative legate a specifici fenomeni criminali. Nello stesso tempo l’indagine campionaria, condotta attraverso la rilevazione presso un campione rappresentativo, fornisce il quadro della percezione della sicurezza nei cittadini.

Da dove è partita la ricerca?

È stato importante tenere in considerazione i cambiamenti in atto nella nostra società, perché fattori sociali e economici legati al cambiamento demografico incidono sulla percezione della sicurezza. Per integrare il nostro patrimonio informativo e poter effettuare un’attività di analisi criminale ad ampio spettro, crediamo nella necessità di confrontarci con il mondo delle associazioni maggiormente rappresentative, i cosiddetti organismi intermedi, si pensi a Confcommercio, Confartigianato e Abi, e con il mondo dello studio e della ricerca.

Studio della realtà circostante e analisi dei fenomeni sono due pilastri del Servizio analisi criminale?

Sono di sicuro le linee guida del Servizio analisi criminale, che rappresenta, nell’ambito del Dipartimento della Pubblica sicurezza, un polo per il coordinamento informativo anticrimine, nonché per l’analisi strategica interforze sui fenomeni criminali, quale indispensabile supporto per il ministro dell’Interno, Autorità nazionale della Pubblica sicurezza e per tutte le Forze di polizia. Inoltre, va evidenziata la composizione interforze del servizio: la sinergia tra il personale dei vari ruoli e qualifiche della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di finanza e della Polizia penitenziaria, ci permette di sintetizzare e realizzare la cooperazione tra le diverse Forze di polizia a livello nazionale. La funzione primaria del Servizio analisi criminale è quella di dare supporto al decisore, il ministro dell’Interno, per l’elaborazione di strategie di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali, radicati e emergenti, riscontrabili nel nostro paese, con il valore aggiunto che deriva dalla connotazione interforze.

Il rapporto redatto con l’Eurispes pone al centro i fenomeni criminali connessi alla realtà e alla loro percezione. L’Italia è un paese sicuro o la si vuol fare passare per quello che non è?

Dal rapporto emerge un paese sostanzialmente sicuro; furti e rapine sono in aumento ma i valori sono sempre inferiori o in linea rispetto a quelli del 2019, cioè rispetto a quelli del periodo prepandemico. Vi sono alcuni reati, come gli omicidi volontari, che per ovvi motivi non risentono del “numero oscuro”, in quanto difficilmente possono essere celati. Ebbene, i dati sugli omicidi volontari, confrontati a livello internazionale, ci consentono di affermare con certezza che il nostro paese è “statisticamente sicuro” ed è in questo senso uno dei paesi “statisticamente” più sicuri d’Europa e del mondo. Siamo quindi al di sotto del numero di reati registrati nel 2019, prima della pandemia.

Come vanno le cose sul fronte tecnologico? Aumentano i reati informatici?

Registriamo nel tempo un aumento dei reati informatici. Più del 60% delle truffe viene commesso avvalendosi di internet. Nell’utilizzo della rete, ed in particolare dei diversi social network, esistono poi rischi non sempre riconducibili a veri e propri reati, ma comunque non trascurabili perché potenzialmente lesivi della dignità e della riservatezza della persona. Gli atti persecutori e i maltrattamenti contro familiari e conviventi mostrano un significativo decremento nel 2022. Le violenze sessuali, invece, a fronte di un decremento nel 2020 rispetto all’anno precedente, mostrano un andamento in costante incremento nel biennio successivo. A tal proposito sottolineo che monitoriamo con attenzione tutti i “reati spia” delle violenze di genere, stalking, violenze sessuali e maltrattamenti in famiglia. Valutiamo con grande attenzione anche il tema dei minori come vittime di reato ma anche come autori, singolarmente o in gruppo. Con riguardo alla percezione è interessante segnalare che dall’indagine emerge come il 61,5% dei cittadini afferma di vivere in una città-località che giudica sicura.