LE CERTEZZE4 DI KIEV DOPO LA VITTORIA A KHERSON. E INTANTO ARRIVA L’INVERNO

«La guerra con la Russia può finire anche prima della liberazione totale dei territori ucraini occupati», l'affermazione del consigliere presidenziale ucraino Mykhail Podoplyak, citato ieri dall'agenzia Unian, ha lasciato una serie di domande sospese su ciò che potrebbe succedere in Ucraina. Forse si è trattato solamente di una sparata propagandistica sulla scia dei successi militari, primo fra tutti la resa di Kherson da parte dell’armata russa, o forse la consapevolezza che la situazione e tale che si potrebbe arrivare ad un cessate il fuoco per via diplomatica.

In ogni caso è certo che le operazioni militari subiranno un inevitabile rallentamento da entrambe le parti.

Ieri la prima nevicata ha sancito l'arrivo dell'inverno con le temperature in picchiata. Le truppe di Kiev hanno dovuto fermarsi per riposarsi e equipaggiarsi, attualmente il fiume Dnepr forma una barriera naturale che richiede uno sforzo e una pianificazione significativi per essere attraversato mentre truppe e veicoli vengono trasportati vicino al fiume. I russi invece si sono trincerati concentrando le forze intorno alla città di Bakhmut.

Il freddo non colpisce solo i militari nelle loro arti vitali, anche le armi si inceppano mentre i carri armati corrono meglio una volta che il terreno si indurisce, le posizioni difensive però sono molto più difficili da scavare rendendo gli sbarramenti di artiglieria ancora più mortali. A fare le sese del freddo in questo momento sono pero i civili, a causa dei bombardamenti russi 10 milioni di persone sono rimaste senza energia mentre sono stati colpiti i nodi principali nella rete elettrica ( quasi la meta dell’intera struttura energetica), distruggendo installazioni che saranno difficili da sostituire.

Sembra questa la nuova strategia di Putin per mettere in ginocchio Kiev e costringerla al tavolo dei negoziati in una posizione di debolezza. Una situazione che è destinata a peggiorare proprio con il sopraggiungere del freddo.

Forse anche a questo si riferiva il consigliere di Zelensky quando ha parlato di una fine anticipata della guerra.

Continuano intanto le indagini dopo l’ incidente provocato da un missile ucraino, che inseguiva un razzo russo, caduto dentro al confine polacco e che ha ucciso due persone in una fattoria a Przewodów, a circa 6 chilometri dall’ Ucraina.

Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha dichiarato che l'Ucraina continuerà la relazione aperta e costruttiva con la Polonia, anche se Kiev continua a dire di avere le prove di una traccia russa nell'esplosione.

La tensione scoppiata martedì scorso sembra essersi attenuata grazie anche alla moderazione degli Stati Uniti che avevano evitato di lanciare accuse a caldo. Sia la Polonia che la Nato però hanno attribuito la colpa finale a Mosca per aver messo Kiev in una posizione in cui deve difendersi dagli attacchi russi.

Intanto la Turchia continua a proporsi come mediatore, secondo quanto riferisce il Cremlino il presidente russo Vladimir Putin ha parlato al telefono con il suo omologo turco Erdogan come aveva annunciato quest ultimo nei giorni scorsi. Al centro del colloquio l'accordo sul grano, un successo diplomatico di Ankara, che la Russia ha deciso di estendere nel tempo.

Piccolissimi segnali che la via parallela diplomatica si muove anche se rimane ancora altamente improbabile un incontro tra Putin e Biden, un evento che segnerebbe probabilmente una svolta decisiva.