CONSULTAZIONI, IL TURNO DELLA MAGGIORANZA

Il duro stop di Giorgia Meloni, che ieri l’altro ha addirittura minacciato di non far nascere il governo, sembra aver funzionato. Dopo il caos seguito alle esternazioni pro Putin del Cavaliere, ieri nel centrodestra ha regnato il silenzio. Interrotto solo da una nota stringata e compassata di Maurizio Lupi: «Berlusconi, da fondatore del centrodestra, deve prendere atto che ora la leader del centrodestra è Giorgia Meloni. E per questo - ha aggiunto al Colle parlerà lei».

GIACOMO PULETTI E PAOLA SACCHI

ALLE PAG INE 4 E 5 LE OPPOSIZIONI SFILANO DAVANTI AL CAPO DELLO STATO

La guerra della Russia all’Ucraina e il posizionamento internazionale dell’Italia, ma soprattutto la difesa dei diritti acquisiti e la tutela dell’ambiente In attesa, questa mattina, della salita al Colle della delegazione di centrodestra, la prima giornata di consultazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è scorsa su questi filoni. In particolare, è stata proprio la difesa dei diritti, a partire dall’aborto, a unire le opposizioni di Pd, M5S e Azione/ Iv, sin qui divise su molte altre questioni.

Dopo un veloce saluto ai giornalisti del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e senza che il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, rilasciasse alcuna dichiarazione, è cominciata la lunga sfilata nella loggia d’onore del Quirinale.

Per primi i gruppi delle Autonomie il Misto, ma sono stati i colloqui del capo dello Stato con la delegazione di Verdi/ Sinistra italiana, Azione/ Italia viva, Movimento 5 Stelle e Pd a movimentare la giornata.

Un’opposizione netta è stata quella promessa da Verdi/ Si, che per bocca di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno posto l’accento sulla volontà di raggiungere la pace in Ucraina e sul mantenimento degli accordi presi dall’Italia per contrastare la crisi climatica. «Il futuro governo dovrà tenere fede a quegli accordi - ha scandito Bonelli - in caso contrario la nostra opposizione sarà dura». Di difesa del diritto all’aborto ha parlato la coportavoce dei Verdi, Eleonora Evi, poco prima che toccasse a Carlo Calenda e alla delegazione di Azione e Italia viva dare conto del colloquio con Mattarella. «Faremo un’opposizione senza sconti, che tuttavia cercherà di ingaggiare il governo su tematiche concrete - ha sottolineato il leader di Azione - Non faremo compromessi sul collocamento internazionale dell’Italia e sul rispetto dei diritti, ma siamo pronti al dialogo su economia, cultura e lavoro». Non mancando di spiegare la propria contrarietà alle parole di Berlusconi su Putin e di Fontana sulle sanzioni.

E a proposito di guerra, Putin e sanzioni, tutto incentrato sul tema è stato l’intervento del leader M5S, Giuseppe Conte, dopo il faccia a faccia con Mattarella. «Ci aspettiamo un governo a forte vocazione europeista ed euroatlantica - ha detto l’ex presidente del Consiglio - è ormai superata l’asimmetria sul piano militare tra Mosca e Kiev». Per questo ha fatto intendere che il Movimento non voterà il prossimo decreto di invio di armi all’Ucraina che dovrà essere approvato a dicembre. Per poi spiegare la sua idea di opposizione. «Occorre distinguere una politica conservatrice da una reazionaria - ha detto - il discrimina sarà l’atteggiamento che il governo Meloni terrà sui diritti e sui presidi di protezione sociale».

Di lavoro, diritti e ambiente ha parlato il segretario del Pd, Enrico Letta, definendoli «tre punti sui quali e faremo opposizione rigorosa e ferma». Ma il leader dem ha focalizzato il suo intervento anche su sanità, scuola e giustizia, specificando che il Pd «non accetterà arretramenti o ambiguità». L’ex presidente del Consiglio ha poi parlato di «guerra di Putin» e di «comportamenti criminali» del presidente russo, chiedendo anche in questo caso che l’esecutivo che verrà mantenga la linea atlantista ed europeista del governo Draghi. Oggi la resa dei conti con la delegazione del centrodestra al Colle. Già nel pomeriggio potrebbe arrivare l’incarico a Giorgia Meloni per formare il nuovo governo.