Il Consiglio Superiore della Magistratura valuti «l'apertura urgente di una pratica in Sesta Commissione avente ad oggetto la disamina della questione relativa all'annunciata introduzione - col decreto attuativo della riforma dell'ordinamento giudiziario - della verifica dell'idoneità psicoattitudinale di coloro che abbiano superato le prove scritte e orali del concorso in magistratura. Verifica non contemplata nello schema di decreto legislativo e sulla quale, quindi, il Csm non ha avuto modo di esprimersi''. È quanto chiedono al comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura tutti i togati insieme con i laici Roberto Romboli e Michele Papa.

Toghe già oggetto di controlli

«L'art. 106 della Costituzione prevede quale unico criterio di accesso alla magistratura professionale quello tecnico: «Le nomine dei magistrati hanno luogo per concorso». L'unicità del suddetto criterio - sottolineano i consiglieri - sembra chiara ove si consideri la differenza con l'accesso alla pubblica amministrazione, laddove la procedura concorsuale è invece derogabile''.

Nella richiesta di ricorda poi «come il governo autonomo della magistratura conosca già reiterate e continue verifiche sull'equilibrio del magistrato che viene sottoposto a valutazione dal momento del suo tirocinio e, successivamente, con intervalli regolari ogni quattro anni. È in quest'ambito che il controllo sull'equilibrio dei singoli si dispiega in un contesto di salvaguardia dell'indipendenza della magistratura».

Richiesta analoga al comitato di presidenza del Csm è stata presentata anche dal laico di Iv Ernesto Carbone che in aggiunta denuncia come «i veri problemi della giustizia sono altri, come I tempi eccessivamente lunghi. Come 129.000 prescrizioni nel 2017 (100.000 ancora prima di arrivare in tribunale). Come i 27000 innocenti finiti in carcere dal 1992 al al 2018. Piu di 1000 l'anno. 3 al giorno. 1 ogni 8 ore».