«Sembrano i tratti, incerti, di un disegno comune che ha l'obiettivo di svilire il ruolo costituzionale della magistratura, i presidi della sua autonomia e indipendenza e la stessa funzione della giurisdizione». Così i rappresentanti di Magistratura democratica nel direttivo delll'Anm, riferendosi alle dichiarazioni del vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, e alle comunicazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in Parlamento.

«Stupiscono le recenti dichiarazioni del vicepresidente del Csm a proposito del supposto "deragliamento” del precedente Consiglio: dichiarazioni “straordinarie”- osservano i componenti di Md - che, anche nella più benevola lettura, dimenticano che gli ordini del giorno del Csm sono firmati dal Presidente della Repubblica, circostanza che chi svolge il ruolo di vicepresidente da oltre un anno conosce bene», dicono ancora le toghe progressiste.

«Nella recente relazione del ministro sullo stato della Giustizia, ancora, piuttosto che l'indicazione di strumenti che possano essere di ausilio al quotidiano impegno dei magistrati, e dei loro collaboratori, nel rendere il migliore servizio a tutela dei diritti dei cittadini, piuttosto che esporre con quali mezzi si intendano perseguire gli obiettivi del Pnrr (nel processo penale forse attraverso una App nata già obsoleta e che al momento consente solo di decuplicare il tempo necessario all'evasione di una richiesta di archiviazione?) - sottolineano - si è avuta una nuova manifestazione dell'ossessione per il preteso eccessivo potere degli uffici di procura e per i parimenti pretesi abusi delle intercettazioni o di altri strumenti di ricerca della prova (e non degli indagabili), essenziali nel contrasto delle forme di criminalità organizzata o di gravi delitti contro la pubblica amministrazione».