Le condizioni in cui versano gli uffici giudiziari, da Nord a Sud, fanno venire in mente il titolo di un libro di molti anni fa, “La giustizia in castigo”, scritto dal magistrato riminese Romano Ricciotti. Non passa giorno senza che vengano segnalate condizioni di precarietà, dovute alle carenze d’organico, con conseguente funzionamento a singhiozzo di alcuni uffici giudiziari.

Dopo Piacenza (si veda Il Dubbio del 12 agosto), è la volta di Imperia. Critica e allarmante viene definita la situazione in cui versa il Tribunale del capoluogo ligure. Il presidente, Eduardo Bracco, ha scritto al ministero della Giustizia e alla Corte di Appello di Genova per denunciare la scarsità di risorse umane a disposizione. Ad Imperia il record nazionale di scoperture d’organico: sono pari al 63%. Non a caso Bracco ha parlato di «situazione da chiusura del Tribunale» e al tempo stesso ha proposto l’utilizzo delle graduatorie dei concorsi pubblici indetti dai Comuni di Imperia, Sanremo e Ventimiglia e dalla Provincia per nuove assunzioni.

Oltre a rendere noto il caso, il presidente del Tribunale è stato costretto a correre ai ripari. Pochi giorni fa ha firmato un ordine di servizio con destinatari il personale amministrativo e i magistrati per ridurre i carichi di lavoro e per scongiurare il fermo delle attività all’interno del palazzo di Giustizia. Tre le misure adottate ci sono la limitazione dell’orario di risposta al telefono e la riduzione dell’apertura al pubblico delle cancellerie (dalle 10 alle 12 di tutti i giorni, escluso il sabato). Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati è stato invitato a sensibilizzare i propri iscritti «al deposito corretto degli atti, unitamente alla ricevuta telematica dei pagamenti, atteso che quando ciò non avviene si determina un aggravio di lavoro per il personale».

«Non si può andare avanti così», scrive Bracco nella lettera fatta recapitare a via Arenula. «I direttori – aggiunge- hanno difficoltà a gestire i servizi e, come pure i funzionari, sopperiscono alle necessità svolgendo mansioni anche di livello inferiore. I dipendenti sono in sofferenza e ci sono state richieste di visita medica fiscale per valutare il livello di stress lavoro-correlato. Si riscontrano, inevitabilmente, aumento di errori, difficoltà relazionali e calo dell’efficienza delle prestazioni». I numeri sono sconfortanti anche per quanto riguarda il Giudice di Pace. La scopertura è del 90%, considerato che è operativo solo un magistrato.

Giancarlo Giordano, presidente del Coa di Imperia, conosce molto bene le criticità denunciate. «Sono stato preventivamente informato dal presidente Eduardo Bracco – dice al Dubbio -, con il quale vi sono cordiali e fattivi rapporti di collaborazione.

La situazione descritta è una corretta e aderente fotografia dello stato attuale in cui versa il Tribunale. L'avvocatura imperiese fa proprio il "grido di dolore" lanciato dal dottor Bracco, di cui condivide i contenuti, ed auspica che lo stesso trovi una qualche forma di riscontro a livello distrettuale. Purtroppo, ancora una volta, le carenze del comparto giustizia riverbereranno i propri effetti sull'utenza e, come al solito, sugli avvocati, che potranno accedere alle cancellerie per due sole ore, tra le 10 e le 12, dovendo, al contempo, svolgere le consuete attività d'udienza. Le ragioni di questa situazione sono molteplici e non è semplice operare una sintesi delle stesse».

Il rappresentante degli avvocati di Imperia si sofferma sulle caratteristiche geografiche della città: «Certamente contribuisce la collocazione decentrata del Tribunale ed una deficitaria logistica degli spostamenti che non invogliano la scelta come sede lavorativa da parte di dipendenti, che, magari provenienti da destinazioni non prossime, preferiscono optare per uffici meno periferici. Resta, tuttavia, inconcepibile ed inaccettabile che un Tribunale provinciale, il cui territorio ricomprende una zona di frontiera da sempre particolarmente interessata da fenomeni di una certa rilevanza criminale e criminogena, basti citare le plurime relazioni della Dda distrettuale sulle infiltrazioni di ndrangheta nell'estremo ponente ligure, venga lasciato in una situazione oltremodo deficitaria. Ci attiveremo presso tutte le sedi istituzionali per ottenere quantomeno una mitigazione degli effetti della situazione attuale. Sarà mia cura interessare gli esponenti politici locali e regionali, eletti in Parlamento e sensibilizzarli».