Nuova pronuncia della Corte di Cassazione sul caso dell’ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, imputato nel processo "Rinascita Scott" per concorso esterno in associazione mafiosa ed altri reati, al momento ai domiciliari. La Corte di Cassazione, dopo l’udienza dello scorso 21 ottobre, ha annullato con rinvio (motivazioni ancora non note) l'ordinanza dello scorso 21 luglio con cui il Tribunale della Libertà di Catanzaro aveva rigettato l’istanza di scarcerazione  - dai domiciliari alla libertà - di Giancarlo Pittelli: lo ha reso Umberto Baccolo, portavoce del Comitato Pittelli.   «Tutto dovrà essere rivisto dai giudici calabresi, secondo le istruzioni della Suprema Corte», specifica Baccolo. Il ricorso era stato presentato dagli avvocati di Pittelli - Salvatore Staiano, Gian Domenico Caiazza e Guido Contestabile - che avevano sottolineato come il loro assistito potrebbe sostenere il processo da uomo libero, alla luce dei nuovi elementi emersi negli ultimi mesi che hanno ridimensionato di molto la posizione dell’avvocato (ora sospeso) Pittelli. La vicenda dell’esecuzione penale di Pittelli è complessa e caratterizzata da ricorsi e contro ricorsi da parte della Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, e il team difensivo.

Il secondo filone

Questo annullamento segue di pochi mesi quello con cui la stessa Corte di Cassazione lo scorso luglio aveva cancellato un’altra ordinanza del Tribunale di Catanzaro ai danni di Pittelli. Le motivazioni erano state rese note poche giorni fa. Secondo la Suprema Corte di Cassazione c’è “carenza di motivazione” nell’ordinanza del Tribunale del Riesame di Catanzaro che lo scorso 5 aprile, accogliendo l’istanza della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese, aveva ripristinato il carcere per Giancarlo Pittelli. L’origine di questo secondo filone è nella lettera che Pittelli aveva inviato all’ex Ministro per il Sud Mara Carfagna in cui le chiedeva aiuto per la profonda prostrazione derivante da una dura detenzione. La Cassazione ha sostenuto che sarebbe dovuto essere preso in considerazione lo stato di salute mentale dell’uomo, a rischio suicidario. Inoltre ha stigmatizzato l’ordinanza per non aver preso in considerazione un altro punto sollevato dalla difesa: quanto alla lettera inviata alla Carfagna, il collegio difensivo aveva aggiunto che «il diritto di corrispondere con i parlamentari, garantito dall'art. 18ter Op al detenuto», non può «soffrire limitazioni in capo a chi si trovi sottoposto al regime degli arresti domiciliari». Per la difesa è paradossale che tale diritto sia concesso a chi sta in carcere e vietato a chi sta ai domiciliari. Perché i giudici non hanno risposto a questo tema sollevato dalla difesa?  Ora il Tribunale di Catanzaro dovrà emettere un nuovo provvedimento «da effettuarsi con libertà valutativa – concludono i giudici di Cassazione – ma nel solco tracciato dai principi testé esposti».

Il commento

«Da quasi tre anni, Giancarlo Pittelli, cittadino incensurato, è privato della libertà personale, senza che le accuse ai suoi danni siano passate al vaglio di un processo» scrive Baccolo. «Ma la sentenza di oggi conferma che ogni volta che il “caso Pittelli” viene sottoposto al vaglio accurato della Corte di Cassazione la posizione dell’imputato si ridefinisce e alleggerisce. È come se, ogni volta crollasse un pezzo di una coltre pesante di pregiudizio. I percorsi della giustizia sono complessi, ma la fiducia in essa non deve abbandonare mai i cittadini desiderosi della verità», conclude Baccolo.