Un modo ci sarebbe: cambiare la legge Severino. Senza aspettare che la Consulta ne affronti le più intime contraddizioni. A voler essere coerenti con le resipiscenze garantiste seguite alle assoluzioni di Marino e Cota, il Pd dovrebbe rivedere le norme su sospensione e decadenza degli amministratori locali. La via è già spianata da una proposta di legge che rettificherebbe l'articolato del 2012 in due direzioni: stop all'estromissione di governatori e sindaci già alla condanna in primo grado, e esclusione dell'abuso d'ufficio dalla lista dei reati per cui scattano le sanzioni. In calce al testo depositato a Montecitorio c'è la firma di Marco Di Lello, deputato socialista ora tra le file del Pd. Ma la sua proposta giace inerte da due anni ormai nei cassetti della commissione Affari costituzionali. «Continuo a inviare inutilmente sollecitazioni scritte al presidente Andrea Mazziotti di Celso», spiega Di Lello. «Il vero nodo è nelle ritrosie del Pd, dove per molti la correzione della Severino è un tabù. La mia proposta è considerata divisiva». L'articolo 27 della Costituzione, che sancisce la presunzione di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio, è dunque opinabile, in casa dem. «Se n'è parlato», aggiunge Di Lello, «ma mi dicono che un superamento della Severino sarebbe visto come un arretramento sui temi della trasparenza e della lotta al malaffare. Continuo a battermi ma per ora non si vedono spiragli».Chissà se un varco potrà aprirsi dopo lo "choc" delle assoluzioni eccellenti: Marino e Cota ma anche De Luca e Bertolaso. In molti ne hanno dedotto la necessità di una maggiore prudenza sui processi ai politici. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha chiesto di «tornare alla Costituzione e all'articolo 27» dal palco del Congresso nazionale forense. Certo, il guardasigilli è ormai riconoscibile, nel governo e nel Pd, come uno tra i più schierati a difesa delle garanzie. A lui però si sono aggiunti il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e figure di peso della magistratura come l'ex procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati. Al Pd per ora il coraggio non viene, e la proposta Di Lello non viene mai calendarizzata. Non aiuta il recente no della Consulta ad alcune eccezioni di costituzionalità sulla Severino, seppur relative a contraddizioni meno clamorose. E non basta il fatto che Di Lello avesse condiviso la presentazione della proposta con altri dieci deputati dem. La presunzione di innocenza si può proclamare: quanto a praticarla, i tempi non sono ancora maturi.