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condanne
«Il definitivo naufragio del ddl Zan rappresenta una dolorosa e colpevole battuta d’arresto della politica legislativa sull’ampio tema dei diritti civili e non arricchisce il bagaglio degli strumenti normativi finalizzati a garantire i diritti costituzionali inviolabili, presidio di uguaglianza delle persone e fonte di coesione sociale». Lo scrivono in un documento i magistrati di Area Democratica per la Giustizia, sottolineando che «la fisiologica contrapposizione tra le forze politiche e la legittima adesione a differenti modelli culturali non possono contribuire, neanche indirettamente, a lasciare prive di risposta le esigenze di tutela dei cittadini dinanzi a forme di aggressione basate sul mancato rispetto dei valori consacrati nella Costituzione e nelle norme che attuano il principio di uguaglianza e di tutela della dignità personale attraverso l’esercizio dell’attività giurisdizionale ancorata alle fonti nazionali ed internazionali». Secondo le toghe progressiste, infatti, «alla avanzata elaborazione giuridica delle diverse corti sui temi dei diritti delle persone Lgbt e sulle esigenze di tutela di tutte le minoranze, dovrebbe accompagnarsi una proficua operazione culturale e sociale che solo la politica, che è parte fondamentale della identità culturale del paese, può garantire, nel rispetto costante della propria alta funzione sociale e del principio di laicità che caratterizza l’architettura delle istituzioni». I magistrati di AreaDg rinnovano dunque il loro «impegno a garantire, nel rispetto dei principi costituzionali, la tutela della uguaglianza sociale e della dignità individuale e sociale di tutte le persone».