OGGI L’ASSEMBLEA “CONGIUNTA” ORGANIZZATA DALLA CAMERA PENALE CAPITOLINA

Avvocatura e magistratura si ritrovano insieme oggi per denunciare criticità e inefficienze del Tribunale di Sorveglianza di Roma, ma anche per proporre soluzioni. L'occasione è offerta dalla giornata di astensione proclamata dalla Camera penale capitolina insieme a tutte le Camere penali del Distretto. Stamattina gli avvocati non incroceranno semplicemente le braccia ma si ritroveranno tutti nell’assemblea organizzata in un'aula della Cittadella giudiziaria di Roma. Il titolo dell'incontro è appunto“ L'esecuzione della pena e il Tribunale di Sorveglianza: criticità e prospettive”. Alla base della protesta dunque ci sono «le gravissime e non più tollerabili criticità del Tribunale di Sorveglianza di Roma - si legge nella delibera della Camera penale - che, anche in ragione dell’enorme carico di lavoro e della mancanza di risorse e di mezzi e nonostante le ripetute interlocuzioni con la magistratura, vede la sempre maggior compressione dei diritti difensivi, con disfunzioni che incidono sui diritti dei singoli schiacciandoli definitivamente e vanificando qualsiasi aspirazione di giustizia». A ciò si aggiunge il fatto che il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha la competenza esclusiva nazionale di tutti i reclami dei detenuti reclusi al 41bis.

Come ci spiega il presidente dei penalisti romani, l'avvocato Vincenzo Comi, che aprirà i lavori della giornata, «il problema che affligge la Sorveglianza è atavico, cronico. La situazione è talmente critica che il nostro segnale di allarme è stato raccolto dalla stessa magistratura di sorveglianza, che ha firmato un importante documento attraverso il quale, vi leggiamo, vogliono ' far sentire la loro voce, nella consapevolezza di un servizio del tutto inadeguato a dispetto dell'impegno dei singoli'». Il vertice della Camera penale annuncia: «È nostra intenzione scrivere al presidente della Repubblica, al vicepresidente del Csm, ai presidenti di Camera e Senato e al ministro della Giustizia per sollecitare un intervento urgente».

Tra i relatori della giornata di riflessione, oltre a Mauro Palma, che presiede il Garante nazionale delle persone private della libertà personale, e Carmelo Cantone, provveditore Dap per Lazio, Abruzzo e Molise, ci sarà, tra i molti altri, proprio la presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma, Maria Antonia Vertaldi, che ha sottoscritto quel documento citato da Comi, dal titolo “Giustizia di serie B”: «I nostri uffici sono da anni - scrivono i magistrati di sorveglianza - abbandonati ed esclusi da ogni iniziativa volta a implementare l'efficienza della risposta giudiziaria, a partire da quelle, basilari, della fornitura di strumenti informatici, assegnazione di personale e attribuzione di spazi lavorativi adeguati». Le toghe criticano la politica adottata a via Arenula: «La scelta del governo e del ministero della Giustizia di tenere fuori i soli uffici della sorveglianza dalle poche risorse e riorganizzazioni introdotte dalla recente creazione dell'Ufficio per il Processo è il paradigma del più mortificante disinteresse per questo negletto settore della giustizia, che assai più degli altri avrebbe potuto beneficiare della specifica tipologia di intervento realizzato». Solo per fare un esempio in merito alle risorse umane, a fronte di una pianta organica che prevede 77 unità oltre al dirigente, al 20 aprile di quest'anno risultano in servizio 51 unità, con una scopertura del 33%. La conclusione è drammatica: «Dobbiamo amaramente constatare il perdurante e inspiegabile disinteresse verso l'esecuzione penale, soprattutto rispetto al suo concreto estrinsecarsi: i diritti che non trovano concreta attuazione è come se non esistessero».