Roma, 17 dic (Adnkronos) - "'Comunisti e socialisti votarono contro preferendo l'adesione all'internazionale socialista. I loro discendenti non vengano a darci lezioni sull'Europa'. Giorgia Meloni ha problemi con la storia, come ha dimostrato anche oggi dal palco di Atreju, ma dimestichezza con la tattica". Lo scrive Andrea Orlando, deputato del Pd, sui social. "Uno dei principali protagonisti della definizione dei trattati di Roma, infatti, fu Paul-Henry Spaak, leader del Partito socialista belga. I socialisti italiani si astennero sul Mec e votarono a favore dell’Euratom. I comunisti ovviamente non hanno mai aderito all’internazionale socialista -spiega l'ex ministro del Lavoro-. Dietro queste parole però c’è un posizionamento politico che il Pd non può sottovalutare". "Lontana anni luce dall’antieuropeismo lepeniano e salviniano, Meloni si smarca anche dai suoi alleati polacchi, recentemente sconfitti, e si intesta un europeismo che coniuga (o almeno tenta) con il nazionalismo della sua tradizione -prosegue Orlando-. E non è una novità, effettivamente il MSI di Michelini votò a favore dei trattati di Roma nella scia della parola d’ordine 'Europa Nazione', centrale nella retorica neofascista". (Adnkronos) - "Il tentativo di Meloni però cerca da un lato di ridimensionare il peso delle imbarazzanti compagnie di Castel Sant’Angelo (a partire dall’antieuropeo, a tacere il resto, Abascal) e dall’altra di lasciare la bandiera dell’europeismo al centrosinistra. Sarebbe un errore sottovalutare l’insidiosità di questa mossa rispondendo con un europeismo di maniera, privo di autocritica ed autocelebrativo", scrive ancora Orlando. "Le elezioni europee condotte come un referendum sull’Europa, la cui esistenza non è evidentemente in discussione, sarebbe un terreno sbagliato e svantaggioso per tutti i progressisti. Il terreno sul quale sfidare Meloni è quello di quale Europa vogliamo, riconoscendo anche i limiti del processo di integrazione e indicando l’obbiettivo di un Europa sociale e democratica in quanto luogo di una riforma e di una democratizzazione dei capitalismi nazionali", sostiene Orlando. "Ma il primo e immediato terreno su cui misurare questa impostazione è la definizione del nuovo patto di stabilità. È su questo terreno che la retorica della Meloni può crollare. A condizione che la sinistra italiana sappia denunciare i limiti delle nuove regole che si profilano. Regole che, in barba alla propaganda nazionalista del “battere i pugni sul tavolo” si stanno scrivendo in Francia e Germania, tagliando fuori il nostro paese. E sul perché sarà opportuno tornare", conclude.
Ue: Orlando (Pd), 'Meloni ha problemi con la storia ma dimestichezza con la tattica'
17 dicembre, 2023 • 15:45