Roma, 3 dic. (Adnkronos) - "L'accordo è possibile e necessario. Ricordiamoci dove siamo e verso cosa andiamo. La crescita è bassa. Ci aspettavamo una recessione, dunque sarebbe potuta andare peggio. L'Unione nel suo insieme cresce ancora, ma ci sono dieci Paesi in recessione. L'inflazione cala più del previsto, in alcuni Paesi è bassissima, in altri siamo di nuovo all'inflazione negativa. La cosa straordinaria è che il mercato del lavoro va ancora bene, merito anche dei fondi europei. Ma in Paesi come l'Italia il debito è troppo alto e anche da noi la crescita troppo bassa". Lo dice alla Stampa il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni, parlando del patto di stabilità, su cui decideranno i ministri finanziari europei giovedì prossimo a Bruxelles. "Occorre un accordo che permetta più realismo nella riduzione del debito e più spazi per la crescita - prosegue Gentiloni - Io rivendico la proposta iniziale della Commissione. Penso che quello schema non debba essere sovraccaricato di troppe regole, soprattutto se restrittive. L'economia europea non può essere ingessata. L'equilibrio della nostra proposta va mantenuto, le modifiche devono essere bilanciate. Circolano svariate ipotesi di compromesso, dobbiamo arrivare a una proposta che non produca effetti negativi. Non sfugge a nessuno la delicatezza della situazione, ma questi sono problemi interni alla Germania. Il punto è che alle spalle abbiamo regole che non hanno assicurato né adeguati livelli di crescita, né riduzioni di debito". Quanto alla quinta rata del Pnrr, Gentiloni spiega che "alla fine di quest'anno la Commissione avrà erogato duecento degli ottocento miliardi di euro del Piano: la metà di questi duecento miliardi sono stati erogati all'Italia. Questi numeri danno la dimensione dell'importanza del progetto, e della responsabilità in capo a Roma se vogliamo che il modello sia replicabile. Sono soddisfatto perché lo strumento è stato gestito dalla Commissione con flessibilità. In Italia, grazie alla revisione il Pnrr non sarà più l'eredità di un governo precedente. Da parte del governo Meloni ci sarà immedesimazione nel Piano, che è un'occasione irripetibile per il Paese, come ricorda spesso Sergio Mattarella. E anche utile un 'vincolo esterno' per riforme che aspettiamo da tempo. Per la Commissione le riforme sono la priorità".