Roma, 5 feb. - (Adnkronos) - Questa mattina, nella Sala Conferenze di Esperienza Europa David Sassoli di Roma, è stato presentato il report Gli Italiani e lo Sport, realizzato dallOsservatorio permanente sullo sport, spin-off di Fondazione SportCity, in collaborazione con Istat, IBDO Foundation e Istituto Piepoli. Alla presentazione sono intervenuti Federico Serra, Presidente dellOsservatorio Permanente sullo Sport, Fabio Pagliara, Presidente Fondazione SportCity, Dino Giarrusso, Parlamentare Europeo, Massimo Pronio, Responsabile Comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Veronica Nicotra, Segretario Generale Anci, Andrea Lenzi, Presidente CNBBSV della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Paolo Sbraccia, Vice Presidente Vicario di IBDO Foundation, Roberta Crialesi, Dirigente il Servizio Sistema integrato salute, assistenza e previdenza Istat e Roberto Lamborghini, Sport Advisor Sg Plus. Un lavoro complesso e articolato, realizzato con i contributi di 28 esperti e 10 parlamentari (Chiara Appendino, Mauro Berruto, Paolo Ciani, Guido Quintino Liris, Simona Loizzo, Paolo Marcheschi, Roberto Pella, Mario Occhiuto, Fausto Orsomarso, Daniela Sbrollini), con un intervento del Ministro dello Sport e dei Giovani Andrea Abodi e con le prefazioni di Giovanni Malagò, Presidente del Coni, Luca Pancalli, Presidente Del Cip, Claudio Barbaro, Sottosegretario di Stato al Ministero dellambiente e della sicurezza energetica, e Marco Mezzaroma, Presidente Sport e Salute. I dati dicono che nel 2022, in Italia, la quota di persone sedentarie, che dichiarano cioè di non svolgere né sport né attività fisica nel tempo libero, è pari a più di un terzo della popolazione. Potremmo dire che siamo un popolo di sportivi da salotto. Una fotografia impietosa che riguarda maggiormente il sud e le isole, dove paradossalmente le condizioni climatiche dovrebbero consentire una maggiore attività motoria allaperto. Il forte gradiente NordSud con i tassi più bassi registrati nelle province autonome di Trento (16,2 per cento) e Bolzano (16,9 per cento) e i più alti in Calabria (59,3 per cento) e Sicilia (59,3 per cento), mostra unItalia spaccata in diverse realtà geografiche. Analogamente, in altre regioni meridionali più della metà della popolazione non pratica sport né attività fisica: Campania (55,1 per cento), Puglia (54,8 per cento) e Basilicata (53,7 per cento). Inoltre in Sicilia, Calabria e Puglia la graduale diminuzione della sedentarietà osservata nellarco di 20 anni è stata annullata dallincremento osservato nel 2022. I dati Istat confermano le ben note disuguaglianze sociali, con differenze marcate rispetto al titolo di studio a tutte le età ed in particolare tra le persone adulte di 25-44 anni: nel 2022 la quota di persone con basso titolo di studio che non pratica sport o attività fisica è oltre il doppio rispetto a quella di chi ha un titolo di studio più elevato (49,7 per cento vs 17,9 per cento). Inoltre nellarco temporale di venti anni (2001- 2021) la sedentarietà è diminuita in misura maggiore tra le persone con titolo di studio alto accentuando le diseguaglianze sociali. La conferenza è stata anche occasione per presentare il FACTSHEET 2023: Analisi comparativa di attività fisica, sedentarietà, obesità e sovrappeso nelle regioni italiane (https://issuu.com/affaelecreativagroupcom/docs/factsheet_2023_v2),realizzato da Fondazione SportCity e Osservatorio permanente sullo sport in collaborazione con Istat, CORESEARCH, IBDO Foundation,Federazione delle società di diabetologia (FeSDI), Open Italy, Bhave, European Association for the Study of Obesity (EASO), Italian Obesity Network (IO-NET), nonché il numero di gennaio dello Sportcity Journal (https://issuu.com/raffaelecreativagroupcom/docs/sport_city_jurnal_2024) dedicato al Parere di Iniziativa presentato dallOn. Roberto Pella e approvato lo scorso novembre dal Comitato delle Regioni dellUE su Costruire il modello sportivo europeo basato sui valori, dal basso verso l'alto: un mezzo per favorire l'inclusione e il benessere sociale dei giovani europei. A piccoli passi stiamo completando la rivoluzione dolce che avevamo iniziato e stiamo arrivando alla Repubblica del movimento dice Fabio Pagliara, Presidente Fondazione Sportcity - Questo report dellOsservatorio permanente sullo sport fotografa, grazie agli interventi autorevoli di rappresentanti del modo del governo, del parlamento, dello sport, della salute e benessere e del contributo dei dati di Istat, di IBDO Foundation e di Istituto Piepoli, il sentiment dello sport nel nostro Paese in questa migrazione verso una vera Repubblica del movimento. Quelli presentati oggi sono dati che devono far riflettere su come viene erogata la cultura sportiva e del movimento nel nostro Paese. dichiara Federico Serra, Presidente dellOsservatorio permanente dello sport della Fondazione SportCity - Sono molte le differenze che emergono: tra nord e sud, tra le singole regioni, ma anche tra giovani e anziani, donne e uomini ecc. Il dato più significativo, e preoccupante, è quello della scarsa propensione di giovani a fare sport. I dati Istat confermano le ben note disuguaglianze sociali, con differenze marcate rispetto al titolo di studio a tutte le età ed in particolare tra le persone adulte di 25-44 anni. Nel 2022 la quota di persone con basso titolo di studio che non pratica sport o attività fisica è oltre il doppio rispetto a quella di chi ha un titolo di studio più elevato (49,7 per cento vs 17,9 per cento). La recente legge che inserisce lo sport nellarticolo 33 della nostra Costituzione, apre una speranza che avvengano interventi omogeni e organici su tutto il territorio nazionale eliminando un gap territoriale inaccettabile dal punto di vista etico e sociale. Gli stessi fattori, che dalla seconda metà del secolo scorso hanno portato allallungamento della vita media fino ai livelli attuali, hanno anche portato, talora obbligato, ad una maggiore attitudine alla sedentarietà - dice Andrea Lenzi, Presidente CNBBSV della Presidenza del Consiglio dei Ministri Per questo, non solo lo Sport Agonistico, ma tutta lAttività Fisica cosiddetta Adattata (alle varie età, al genere, alle patologie, ecc.) rappresenta oggi, assieme alla corretta alimentazione, una vera strategia preventiva, ma anche una terapia per le malattie croniche non trasmissibili (metaboliche, cardiovascolari e polmonari, ecc.). Tale terapia dovrebbe diventare prescrivibile come un vero farmaco e somministrabile a livello di apposite strutture sanitarie nellambito di una Terapia Educazionale.