Roma, 20 mag. (Adnkronos) - "Quando la sinistra non sta al governo usa i suoi agit prop per impedire perfino di parlare, come accadeva nelle chiassose assemblee studentesche degli anni 70 dove in nome dellantifascismo diventava fascista e impediva la libertà di pensiero e di parola. È accaduto anche oggi nei confronti di una donna e di un ministro della Repubblica italiana che non ha potuto partecipare alla presentazione di un saggio nel tempio della democrazia scritta, la Fiera del libro di Torino". Lo afferma Fabio rampelli, deputato di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera. "Ma i libri -si chiede- non rendevano liberi? Secondo il direttore della rassegna no, la protesta è stata legittima, è quindi legittimo impedire di esprimersi. Dunque chi vince tra la libertà di espressione che si manifesta in ciò che si scrive e si presenta in un saggio e la 'libertà' di impedire luso della parola? Dopo due ore di contestazione, la ministra Roccella, alla quale va la mia solidarietà, ha lasciato il palco senza che gli organizzatori si preoccupassero della libertà negata, della violenza subita". "Torna in scena 'il vizietto' della sinistra italiana, quella della democrazia a senso unico in cui viene consentito di parlare solo a chi professa la dura legge del pensiero unico. Il pluralismo è solo uno scioglilingua. E poi le femministe Non protestano contro chi impone il burka né contro chi vorrebbe le donne trasformate in macchine riproduttrici di bambini a pagamento, rompono però limbarazzante silenzio -conclude Rampelli- per mettere il bavaglio a una donna. Libera".