Roma, 2 ott. (Adnkronos) - Saranno parti civili la madre e il fratello di Martina Scialdone, lavvocato di 34 anni uccisa il 13 gennaio scorso nel processo che si è aperto oggi davanti ai giudici della Corte di Assise di Roma. Imputato è Costantino Bonaiuti, l'ingegnere di sessantuno anni che ha sparato allex fuori da un ristorante in via Amelia al Tuscolano. Alludienza che si è tenuta oggi, dove oltre ai familiari erano presenti amiche e colleghe di Scialdone, si è costituita parte civile anche lassociazione Insieme a Marianna per il contrasto della violenza sulle donne. Le pm del pool antiviolenza Barbara Trotta e Daniela Cento, coordinate dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, contestano a Bonaiuti lomicidio volontario aggravato dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia, dallaver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva, e dalla premeditazione, in particolare, portando con sé larma sul luogo dellappuntamento essendo consapevole della volontà di interrompere definitivamente la relazione controllandone gli spostamenti grazie allinstallazione clandestina di un dispositivo gps collegandolo al suo cellulare. Luomo è accusato anche di porto illegale in luogo pubblico della pistola semiautomatica Glock che deteneva per uso sportivo. Per il gip che lo scorso gennaio aveva convalidato larresto, è palesemente e inequivocabilmente emerso che lunico obiettivo perseguito da Bonaiuti fosse esclusivamente quello di uccidere la Scialdone. Infatti, ciò si evince non solo dalle modalità di svolgimento dei fatti così come descritte dal fratello della vittima, testimone oculare, ma anche dalla circostanza che Bonaiuti, pur potendo, anche successivamente allevento rivolgere larma nei suoi stessi confronti, ha con estrema lucidità, una volta ucciso la donna, diretto la sua azione esclusivamente alla fuga. Iniziamo questo percorso che per le parti civili sarà molto doloroso. Per chi ha studiato il processo quello che è accaduto è stato ampiamente provato afferma lavvocato di parte civile, Mario Scialla. Presente in aula per la prima udienza anche uno dei titolari dello studio dove lavorava Martina Scialdone.''Ci aspettiamo che venga resa giustizia a Martina, non ci sembra che ci possano essere dubbi sullautore e sulle aggravanti contestate. Vedremo cosa emergerà nel corso del dibattimento, ma siamo moderatamente ottimisti afferma allAdnkronos lavvocato Giulio Micioni.