Palermo, 18 set. (Adnkronos) - “Non è vero che nell’agosto del 2019 decisi di non firmare il nuovo decreto di interdizione alla navigazione della nave Open Arms, dopo una telefonata dell’ex senatore Gregorio De Falco, come ha detto al processo Salvini. Lui si è voluto intestare questa mia decisione, ma non è così. Vorrei che fosse chiaro. Avevo già deciso di non firmare perché era una situazione che andava presa”. In una intervista all’Adnkronos l’ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, smentisce quanto raccontato venerdì scorso dall’ex senatore Gregorio De Falco al processo Open Arms che vede imputato il ministro Matteo Salvini. “Nell'agosto del 2019 chiesi all'ex ministra alla Difesa Elisabetta Trenta di non firmare il nuovo decreto di interdizione per la nave Open Arms che voleva Matteo Salvini, e lei mi disse che non avrebbe firmato, anche se questa posizione del ministro dell’Interno avrebbe contribuito ad esaltarne la figura e a raccoglierne ulteriori consensi. Mi disse pure che la scelta di Salvini avrebbe messo in difficoltà il M5s, precisò che non avrebbe firmato il decreto". Oggi la ex ministra tiene a sottolineare “come andarono le cose in quelle giornate”. “Prendemmo una decisione che era certamente molto complicata – racconta -era anche un momento in cui il governo era gli sgoccioli, ma era una decisione che andava presa. Era proprio il momento in cui era iniziata la crisi (del governo gialloverde ndr). Ma Salvini stava reiterando un decreto di annullamento di un Tribunale. Ma non si può reiterare un decreto senza delle motivazioni nuove, ma considerando anche il fatto che la situazione dei migranti stava peggiorando sempre di più e io a quel punto decisi di non firmare, ovviamente facendo fare tutte le valutazioni al gabinetto. Che fosse giusto non firmare io ero convinta”. “Io ritenevo che fosse giusto non firmare quel decreto ed ero convinta, ma facemmo tutte le valutazioni dal punto di vista legislativo. Provammo in primis a parlare con il Viminale per convincere Salvini a non reiterare il decreto ma non c’era verso di poterlo fare. Ovviamente con l’allora senatore De Falco ci eravamo confrontati, perché lui mi aveva chiamato, ma non è stata la chiamata di De Falco a farmi decidere di non firmare”. Poi Elisabetta Trenta ricorda che “non era un posizione semplice da prendere, una fase in cui il governo era instabile, forse c'era stato un tentativo di capire. Credo ci sia stato un tentennamento, con Toninelli ci sentimmo su questo argomento per tutta la notte”, dice Trenta. “Stavamo trattando con il Ministero degli interni, facendo la verifica con il legislativo, non era stata una scelta non ponderata. Ma non potevamo fare passare questa decisione di Salvini”. “Ogni decreto che veniva firmato per Salvini era un vittoria, lo sarebbe anche oggi se riuscisse a fermare qualsiasi barchetta – dice Trenta - i messaggi politici della Lega passano sempre da questi concetti, come la difesa dei confini, che è sacrosanta ma senza dimenticare le regole del diritto internazionale, oltre che diritto interno”. “Tra 'altro c'era stata prima la lettera del Tribunale dei minori – racconta – e io ero intervenuta anche su questo chiedendo alla Marina di intervenire ma il mare era forte e la Marina decise di navigare al fianco della imbarcazione”. Poi l’ex ministra della Difesa parla anche dell’attuale situazione dei migranti. “Quello che succede oggi dimostra che quello che venne fatto nell’estate del 2019 non è servito a nulla, sia dal punto di vista dei decreti sicurezza approvati, che andavano a colpire che cosa? L'ultimo miglio dei migranti, e anche oggi si continua a dare gli stessi messaggi. Ma in realtà quando un migrante arriva a salire su una imbarcazione, noi abbiamo già perso. C’è poco da fare. Non servono, l'attività da fare è molto più complessa ma che difficilmente può essere riassumibile in uno slogan, ma anche oggi l'evoluzione massima è stata facciamo il blocco navale europeo. Che non serve a niente”. E ricorda l’operazione navale Sophia, che “grazie alla Lega è stata abbandonata”. “Mentre si firmavano i decreti sicurezza l'operazione navale veniva messa in discussione. Se avessimo avuto altri 5 anni, probabilmente molte delle reti del traffico che avevamo cominciato a individuare sarebbero state interrotte, perché Sophia aveva già superato la prima fase e dovevamo passare alla fase operativa, queste cose vengono poco colte dalla stampa, e si parla di nuova operazione Sophia”, come hanno annunciato ieri la premier Giorgia Meloni e la Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen a Lampedusa. “Dal punto di vista dell'azione politica rende molto di più dire fermiamo le navi ma non è così che si ferma il traffico di esseri umani...". (di Elvira Terranova)
Open Arms: Trenta, ‘non fu De Falco a convincermi a non firmare decreto'/Adnkronos
18 settembre, 2023 • 17:30