Roma, 26 set. (Adnkronos) - "Ha sempre rivendicato con orgoglio la propria storia politica, le proprie radici, i valori in cui ha creduto, un uomo con una storia di parte ma che ha saputo essere uomo delle Istituzioni". Nell'estremo saluto laico che gli riserva l'Aula di Montecitorio, il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, per alcune ore vede realizzarsi post mortem quel "bipolarismo mite, garbato nei toni e costruttivo negli intenti, nel quale forse non ha mai rinunciato a sperare", come ricorda Gianni Letta, rievocando la stretta di mano avvenuta nello stesso emiciclo con il premier Silvio Berlusconi, alla sua prima esperienza di governo, e l'allora deputato del Pds, che durante il dibattito sulla fiducia aveva appunto auspicato un corretto rapporto tra maggioranza e opposizione. E colui che per tanti anni è stato il braccio destro del leader di Forza Italia si incarica di garantire che "da tutte due le parti non vennero mai meno la volontà e la forza di mantenere il rapporto nei binari della correttezza istituzionale". Questo senza poter ignorare che "quella convivenza non fu sempre facile, non mancarono i momenti di tensione, e neppure le polemiche, anche se quelle più aspre sarebbero venute dopo". Si era infatti di fronte a "due persone così lontane, due storie così distanti, due mondi opposti, due figure così diverse chiamate a lavorare insieme e a condividere le massime responsabilità dello Stato". Berlusconi e Napolitano sono venuti a mancare a tre mesi di distanza l'uno dall'altro e allora, è la conclusione di Letta, "mi piace immaginare che incontrandosi lassù, possano dirsi quello che forse non si dissero quaggiù e, placata ogni polemica, possano anche chiarirsi e ritrovarsi nella luce". Parole che sembrano trovare eco in quelle del cardinale Gianfranco Ravasi, che omaggia il Presidente emerito citando il profeta Daniele: "I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento, coloro che avranno indotti molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre". Affermazioni che fanno da pendant a quelle di contenuto più laico, così come il carattere della cerimonia, degli oratori che si alternano nel ricordare l'ex Capo dello Stato. "Personalità di profonda cultura, sapeva unire lo slancio ideale al realismo politico appreso alla scuola napoletana di Benedetto Croce", ricorda il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. "Al Presidente Napolitano sarò sempre grato per l’impegno e la dedizione che volle dedicare alle celebrazioni per i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, contribuendo così a rafforzare il senso di appartenenza, l’amore verso la nostra Patria e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e identitario", ricorda il presidente del Senato, Ignazio La Russa, all'epoca ministro della Difesa. "Tra le giornate più felici da Capo dello Stato, ne sono testimone insieme alla mia famiglia e ai suoi più stretti collaboratori, vi furono -conferma il figlio di Napolitano, Giulio- quelle della celebrazione, come disse con orgoglio e fiducia, pur nella coscienza critica dei tanti problemi rimasti irrisolti e delle nuove sfide con cui fare i conti, del 150/mo anniversario dell'unità d'Italia, circondato dal calore e dall'attiva partecipazione popolare nei luoghi del Risorgimento lungo l'intera penisola. Tutti si riconobbero in quel momento in ciò che di più alto e fondamentale ci unisce". "Viviamo questo momento -aggiunge- in spirito di unità e condivisione. Un deferente ringraziamento a Papa Francesco per le parole e il gesto che ci hanno emozionati. Non ricordo nella lunga e straordinaria vita di mio padre un solo giorno che non sia stato di lavoro. Il suo lavoro e il senso profondo della sua esistenza era la politica, intesa come ideale, missione e professione. La politica era per lui, come per molti di quella eccezionale generazione, una cosa sera". Ma "la tensione verso la dimensione politica non gli impediva di essere un marito, un padre un nonno affettuosissimo, attento ai nostri bisogni, gioie e preoccupazioni. Ci ripeteva quanto fossero importanti, il senso della famiglia, gli affetti, l'amicizia e l'allegria". "Era un politico e leader di grande valore, ma era -conferma la nipote del Presidente emerito, Sofia- anche un nonno formidabile, pieno di attenzione e sempre attento con noi. Quando avevamo una preoccupazione era partecipe e comprensivo, cercava sempre una soluzione nonostante fosse impegnato con i suoi problemi o meglio con quelli del Paese". Ed un mix di ricordi personali e politici affiora nella testimonianza di Anna Finocchiaro, più volte parlamentare della sinistra, anche con incarichi direttivi: "Io -racconta- che con lui ho lavorato a lungo, anche con tempestosi scambi di opinioni (io che, più che le tesissime telefonate, temevo le sue lettere, con scrittura tanto più puntuta e obliqua quanto più era arrabbiato con me), posso dire in piena coscienza alla sua famiglia, ai tanti che come me l'hanno profondamente rispettato e amato, ai suoi avversari che, anche con gli errori che sono dell'umano, il Presidente Napolitano ha speso la sua vita per l'Italia, ed ad essa appartiene la sua memoria”. Senza dimenticare, come tiene a precisare il commissario dell'Ue, Paolo Gentiloni, l'orizzonte europeo ed internazionale dell'impegno di Napolitano, con un'esperienza anche all'Assemblea di Strasburgo: "Per Napolitano la scelta europea è stata una scelta di campo, una scelta di vita, una scelta di libertà". E "fu un precursore della scelta atlantista, che sempre difese, e lo dimostra anche l'amicizia con Obama che lo definì un leader visionario". "Tarderà a nascere -è la convinzione del presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato- un italiano con le sue qualità, non a caso una delle citazioni più belle che compaiono nei suo discorsi è di quel giovane condannato a morte della Resistenza che scrive alla madre: 'ci hanno fatto credere che la politica è sporcizia o è lavoro da specialisti e invece la politica, la cosa pubblica, siamo noi stessi'. Giorgio Napolitano lo ha insegnato a tutti noi". Ad ascoltare ricordi e testimonianze il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; la presidente della Corte costituzionale, Silvana Sciarra e tutti i principali esponenti del mondo politico italiani, ma anche rappresentanti internazionali di primo piano, in testa i Presidenti della Repubblica della Germania, Frank-Walter Steinmeier, e della Francia, Emmanuel Macron. "Un europeo come ne ho conosciuti pochi", afferma il Capo di Stato tedesco ricordando il Presidente emerito. "Una personalità affascinante -aggiunge- con una grande persuasività e un chiaro orientamento che mi hanno sempre profondamente colpito in tutti gli anni e decenni del suo operato. Ha plasmato la cultura della memoria italo-tedesca e per questo noi anche in Germania onoreremo la sua memoria".
**Napolitano: orgoglioso propria storia ma uomo Istituzioni, l'estremo saluto alla Camera**
26 settembre, 2023 • 14:45